“Storie senza eroi” di Piero Marrazzo presentato a Urbino. “Scoprire le mie radici mi ha salvato dallo scandalo”

La presentazione di "Storie senza eroi", il libro dell'ex governatore Regione Lazio Piero Marrazzo. Con Gianluca Carrabs, consigliere comunale e Lella Mazzoli, docente emerita all'Uniurb
Di CARLA IALENTI

URBINO – Nella Biblioteca del Duca di Palazzo Ducale Piero Marrazzo, giornalista Rai ed ex governatore del Lazio, ha presentato il suo libro Storie senza eroi, edito da Marsilio. L’autore ha dialogato con Gianluca Carrabs, consigliere comunale di opposizione, e Lella Mazzoli, professoressa ordinaria emerita di Sociologia all’Università di Urbino.

Storia di famiglia: dalle origini allo scandalo

Il libro contiene la storia di Piero Marrazzo e della sua famiglia, di cui cerca le origini per conoscere sé stesso dopo lo scandalo del 2009 di cui fu protagonista. L’ex governatore, allora sposato (divorzierà nel 2009) e con tre figlie, fu, infatti, sorpreso con una prostituta transessuale da quattro carabinieri in borghese, i quali lo ripresero col cellulare, lo ricattarono e lo accusarono di far uso di cocaina. I militari furono condannati per vari reati nove anni dopo.

“Io non sono mai stato né imputato né indagato”, tiene a precisare Marrazzo “sono stato cliente di una prostituta transessuale” in un periodo in cui “non c’erano nemmeno le parole per parlare di comunità Lgbt”. Ma il prezzo da pagare fu altissimo: l’ex governatore, infatti, fu costretto a dimettersi dal suo incarico, uscendo dalla scena politica e divorziò dalla moglie. “Non solo la tradii, la coinvolsi anche in uno tsunami mediatico”, confessa Marrazzo rammaricato. Nemmeno la carriera giornalistica fu esente da ripercussioni: non lavorò per un anno, e, quando ritornò in tv, i suoi programmi non facevano più ascolti.

Passato e presente: il microfono, simbolo della sua carriera da giornalista televisivo,
e il suo nuovo libro sulla ricerca delle sue radici familiari

La madre: figura centrale per superare i traumi

Marrazzo confessa a una sala gremita il debito con la sua psicanalista: “Fu sua l’idea di scrivere un libro. Mi disse che dovevo raccontare la mia storia”. Non tanto lo choc per lo scandalo né il processo mediatico e neanche la fine della carriera politica né del suo matrimonio: era della madre che Piero non voleva parlare. “Mamma (Luigia Spina, della Gina ndr) era una donna bellissima, fine, gentile, ma io e lei non ci dimostravamo affetto: recuperammo il rapporto solo quando lei stava morendo”. La ricerca delle sue radici aiuta Marrazzo a scoprire che la sessualità ha segnato profondamente la storia della sua famiglia.

La biblioteca del Duca a Palazzo Ducale
accoglie un pubblico entusiasta

Piero e Riccardo: sessualità e tabù segnano i loro destini

“Per scoprire le mie radici decisi di chiedere il passaporto americano (sua madre era originaria degli Stati Uniti ndr)”. Un viaggio nel passato, nella sua storia e nella mentalità del Novecento. “Lì scoprii un fatto che sconvolse la mia vita, ma soprattutto quella di mio fratello Riccardo (solo da parte di madre ndr): sul documento di mio fratello fu cancellato il cognome del suo vero padre e sostituito con quello di nostra madre”. Il motivo? “Suo padre, che non aveva mai conosciuto, era gay”, “Io, invece, pensavo che suo padre non l’avesse riconosciuto”.

Un tabù l’omosessualità negli Stati Uniti del Novecento, come nella maggioranza dei Paesi del mondo. “Basterebbe ricordare cosa è successo ad Alan Turing”, ricorda Lella Mazzoli. Il padre dell’informatica, nell’Inghilterra degli anni ’50, fu prima arrestato per omosessualità e poi sottoposto a castrazione chimica, condanna che lo spinse al suicidio. “Era strano che mio fratello Riccardo avesse il cognome di mia madre per me, ma era un argomento tabù in casa: non ho mai chiesto il perché, l’ho scoperto da solo dopo anni”.

Alla scoperta del segreto Marrazzo non riuscì a non immedesimarsi nel padre di Riccardo. “Quando nel 2009 si scoprì che ero cliente di una prostituta trans, subii un processo mediatico, ma non persi le mie figlie”, a differenza del padre di suo fratello, che ebbe la sfortuna di vivere in una società non inclusiva. “Oggi si parla di più di omosessualità”, ma la sessualità resta un argomento tabù per tanti.

Piero Marrazzo, autore di Storie senza eroi,
firma il libro a un suo estimatore

L’amore filiale che torna: il perdono delle figlie

L’autore a fine presentazione legge le parole delle sue figlie, vittime indirette dei fatti del 2009. Chiara, in particolare, aveva 8 anni a quel tempo. Marrazzo legge in chiusura le parole che la ragazza ha chiesto al padre di riportare sul suo libro: “Mi hanno fatto credere di avere un padre non meritevole di quel titolo e che la vergogna mia e di mio padre fosse il prezzo da pagare per poter stare in questa società malata. Non mi sono mai sentita una vittima, ma una colpevole”. L’incontro si è concluso tra l’emozione e gli applausi del pubblico.

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