L’Uniurb celebra Piero Benelli: “Le Olimpiadi che sognavo giovane le ho vissute da medico”

di CRISTINA R. CIRRI

URBINO – “Il successo nasce nel momento in cui metti le tue conoscenze e il tuo sapere all’interno di una squadra o di gruppo per renderlo vincente”. A pronunciare queste parole è Piero Benelli, medico sociale della Vuelle Basket Pesaro, responsabile medico della Nazionale di pallavolo maschile e docente alla Scuola di Scienze Motorie di Uniurb, che questa mattina nell’Aula magna del polo scientifico didattico Paolo Volponi ha ricevuto dall’Università il premio alla carriera.

La cerimonia, alla quale hanno preso parte alcune personalità di spicco del basket italiano come Ario Costa e Walter Magnifico, ha ripercorso la carriera sportiva di Benelli. Da giovane giocatore di pentathlon negli anni 80, alla vittoria della medaglia d’argento con la nazionale maschile di pallavolo alle Olimpiadi di Rio 2016, nello staff medico. “Lo sport è stata una costante nella mia vita. Ho iniziato a fare nuoto e corsa da ragazzino e con il Pentathlon Moderno ho quasi sfiorato le Olimpiadi”. Nel 1980 infatti i giochi olimpici si tennero a Mosca ma a causa dell’invasione dell’Afganistan da parte dell’ Unione Sovietica, l’Italia scelse di non far scendere in gara tutti gli atleti militari e Benelli fu tra questi.

Un sogno però, che nonostante non si sia concretizzato da atleta è arrivato anni dopo: “Alla fine le Olimpiadi che sognavo da ragazzo le ho vissute da medico sportivo vincendo anche delle medaglie, come l’argento nel 2016.” Benelli ha infatti preso parte a cinque Olimpiadi con la nazionale di pallavolo (Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016, Tokyo2020 e Parigi 2024).

Ed è la Nazionale ad avergli permesso di ottenere grandi risultati, raggiunti anche grazie all’esperienza alla ex Scavolini Basket, oggi Vuelle, di cui è medico sportivo dal 1988. “Quando sono stato chiamato dalla squadra della mia città, di cui ero un grande tifoso e per cui pagavo un biglietto per vedere una partita, è stato molto bello”.

Benelli è uno che lo sport non solo lo ha vissuto ma studiato con amore e passione, mettendo il sapere a disposizione degli altri. Infatti dal 1994 è docente alla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Urbino. Ed è proprio ai ragazzi presenti alla sua cerimonia che dedica la parte conclusiva del suo discorso. “Costanza, passione e serietà sono le cose essenziali per ottenere grandi risultati ma bisogna crederci”.


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