Giulia Cecchettin, ritratti e pensieri, nell’opera dell’artista Costantini donata all’Uniurb

Due delle dieci illustrazioni dell'artista Gianluca Costantini
di ANDREA BOCCHINI

URBINO – Tre i colori utilizzati: il bianco “macchiato” dal rosso e dal nero. I tratti sono pochi. Ma a Gianluca Costantini bastano per raffigurare il volto, inconfondibile, di Giulia Cecchettin. L’artista e attivista, conosciuto per il ritratto di Patrick Zaki, ha deciso, questa volta, di disegnare la 22enne uccisa, l’11 novembre dello scorso anno, dal suo ex fidanzato Filippo Turetta. L’opera è stata consegnata all’Università degli studi di Urbino Carlo Bo, ieri, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Al Ducato, Costantini dice che “la forza evocativa di Giulia è stata al centro della riflessione: un simbolo di resistenza e, al tempo stesso un monito”.

Non solo il volto di Giulia

Le immagini scorrono e tra un ritratto di Giulia e un altro si leggono le parole della ragazza. Formano un lungo discorso. Un pensiero. Evidenziavano che qualcosa, nella relazione con Turetta, era sbagliato. “Mi sento in una situazione in cui, appunto, vorrei che sparisse, vorrei non avere più contatti con lui”, si legge che accompagna la prima immagine. E ancora: “Però allo stesso tempo lui mi viene a dire cose del tipo che è super depresso, che ha smesso di mangiare, che passa le giornata a guardare il soffitto, che pensa solo ad ammazzarsi, che vorrebbe morire”.

Continua: “Non me le viene a dire per forza come ricatto. Allo stesso tempo mi viene a dire che l’unica luce che vede nelle sue giornate sono le uscite con me o i momenti in cui io gli scrivo”. Poi: “E quindi questa cosa che di fatto io vorrei non vederlo più, comincio a non sopportarlo più mi pesa, non so come sparire nel senso…”. E infine: “Vorrei fortemente sparire dalla sua vita, ma non so come farlo perché mi sento in colpa, perché ho troppa paura che possa farsi male in qualche modo”.

L’artista conosce bene Urbino

“Ho realizzato questa serie di disegni lo scorso anno”, dice Costantini al Ducato. “Questa sequenza nasce dal desiderio di esplorare e rappresentare i lati oscuri e complessi della possessione maschile, un tema che mi ha sempre interrogato per la sua profondità e urgenza sociale”. E Giulia? “Credo che incarni il peso delle terribili colpe che molti uomini, me compreso, devono riconoscere – continua – e affrontare per de-costruire una cultura di dominio e violenza. La sua figura ci invita a un esame di coscienza collettivo, a confrontarci con quei ‘mostri’ interiori che alimentano dinamiche oppressive”.

Costatini non è nuovo negli ambienti urbinati. “Ho iniziato a collaborare con Giovanni Boccia Artieri diversi anni fa, intrecciando il mio lavoro di giornalista a fumetti e attivista con il suo universo di studio”. Poi lo scorso anno l’incontro con Urbino e quell’opera nel centenario per la nascita del poeta Paolo Volponi: “Volponi Novel 1924-2024 è un progetto nato dalla volontà di raccontare il poeta urbinate attraverso il mio linguaggio, quello del disegno e della sequenzialità narrativa. Un modo per rendere omaggio non solo al grande scrittore, ma a Urbino stessa e alla sua comunità studentesca”. Un amore quello tra l’artista e la città ducale: “Urbino è una vertigine di storia e pensiero, un luogo che mescola radici e innovazione”.

Il ringraziamento della Carlo Bo

“L’Università di Urbino Carlo Bo accoglie con profonda gratitudine l’opera di Gianluca Costantini dedicata a Giulia Cecchettin”, scrive in un comunicato il rettore dell’Ateneo Giorgio Calcagnini. “Un invito a riflettere sul dramma del femminicidio e sull’urgenza di costruire una società fondata sul rispetto e sull’uguaglianza”. Poi Calcagnini lancia un messaggio: “A voi, che siete il cuore pulsante del nostro Ateneo, chiedo di farvi promotori e promotrici di questa consapevolezza – conclude – ogni gesto, ogni parola, ogni azione può contribuire a un cambiamento culturale. Siate coraggiosi e coraggiose nell’affermare i diritti e nel difendere la dignità di ogni persona. È nelle vostre mani il futuro di una società più giusta”.

 

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