di ANNALISA GODI
URBINO – Si possono fare tante cose a quattro mani: suonare uno strumento, scrivere e prendere il coraggio, addirittura combinare un matrimonio (chi non ricorda il famosissimo film con le gemelle Olsen?).
Il nuovo singolo A quattro mani
Per Francesco Moscardi, cantautore cagliese di 30 anni, si tratta della speranza di scrivere una nuova vita con la persona amata. Il suo nuovo brano A quattro mani, uscito oggi, parla di una storia d’amore breve ma vissuta intensamente. “Questa storia mi ha lasciato un misto di speranza e aspettative, voglia di vedere se in futuro potrà accadere ancora qualcosa o se è finita lì”, dice Moscardi.
A fare da cornice alla storia d’amore – e al video musicale – c’è Urbino, a cui l’artista rende omaggio fin dall’inizio della canzone: la fortezza Albornoz, il Palazzo Ducale, i vicoli della città.
Per Moscardi, Urbino è un posto del cuore, dove sono custoditi i ricordi del liceo, che rivive con un po’ di nostalgia. “Mi sono detto: ‘Con questa bellezza devo farci qualcosa’” continua il cantautore.
Una casa piena di strumenti
“Nella mia famiglia sono tutti musicisti per passione, quindi sono cresciuto in una casa piena di strumenti musicali, si può dire che ho respirato questa atmosfera fin da piccolo”, racconta l’artista.
Il primo incontro è stato con la batteria, che ha studiato per tanti anni, poi si avvicina alla composizione, laureandosi in composizione pop-rock al Conservatorio di Pescara.
Fonti di ispirazione per Moscardi sono Niccolò Fabi, Jovanotti, la Bandabardò, i Modena City Ramblers, ma anche protagonisti della scena internazionale come James Taylor ed Ed Sheeran.
Moscardi ad oggi ha pubblicato un extended play (una raccolta di canzoni che è troppo lunga per essere una demo o un singolo, ma troppo corta per essere un album) e altri 5 singoli successivi, a cui si aggiunge A quattro mani.
La scuola di Mogol
Ma non finisce qui: vincitore di due borse di studio, ha frequentato il Centro europeo di Toscolano di Mogol, il celebre paroliere che ha collaborato con Mina, Lucio Battisti, Ornella Vanoni e tanti altri.
“Ho conosciuto Mogol durante uno dei suoi corsi e ha chiesto a noi studenti di fargli ascoltare un nostro inedito. Quando ha ascoltato il mio, Prezioso, è rimasto molto colpito e mi ha incoraggiato a lavorarci e pubblicarlo, ancora oggi è la canzone che più piace a chi mi segue”, racconta il cantautore.
“È stata un’esperienza molto bella – continua Moscardi -, ho avuto la possibilità di affinare la tecnica della composizione per quanto riguarda la melodia, la struttura di una canzone, mentre il corso per gli autori mi è servito per capire quali storie raccontare e come voglio raccontarle”.
“Ha capito quali storie vuoi raccontare e come?”, chiede il Ducato al cantautore, “Non ancora, A quattro mani vuole essere un nuovo tentativo, adesso mi piace questo modo di raccontare le mie esperienze di vita, ma probabilmente sarò per sempre alla ricerca di una mia espressione musicale”.