Di ANDREA BOCCHINI
URBINO – Norcia non è poi così male. Certo, non è territorio marchigiano ma se la città umbra potesse rendere grande anche Urbino, allora la situazione cambierebbe. Il primo passo ufficiale è del centrodestra alla Regione, ma a pensarlo sono alcuni dei consiglieri d’opposizione della città ducale. E la questione è quella della candidatura della Civitas Appenninica – con capofila il piccolo comune perugino- a capitale europea della cultura 2033. Il progetto è sostenuto dalla giunta del governatore Francesco Acquaroli (FdI) con una somma, messa a bilancio del 2025, di 40 mila euro. Non solo. A dare l’appoggio alla Civitas Appenninica – progetto che vede, come coordinatore, l’ex presidente della Regione e leader di un partito di centro Gian Mario Spacca – è anche la città ducale, con il suo primo cittadino Maurizio Gambini. Ma Urbino ha un’altra ben nota candidatura: quella con la sorella Pesaro. I due co-capoluoghi di provincia l’hanno ufficialmente presentata nel 2019 a Matera. Presenti sia Gambini che l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Allora il quesito diventa territoriale: l’alleanza con la città di Rossini funziona davvero? E se Urbino dovesse iniziare a guardare verso l’Appennino?
Il valore dell’Appennino
“La candidatura della Civitas Appenninica è una grande opportunità per il nostro territorio”, dice al Ducato il consigliere di Alleanza Verdi-Sinistra Gianluca Carrabs. “Un progetto che esprime tutta la tradizione e cultura dell’Appennino”. Insomma, “una grande occasione per potenziare la struttura e le attività che a Urbino mancano”. Mentre sulla candidatura delle due città capoluoghi di provincia, il consigliere di Avs spiega: “Non ho letto il dossier e non conosco la proposta per poterla giudicare ma, alla fine, occorrerà portare avanti solo una”. E sul rapporto con la città di Rossini, Carrabs non nasconde “un isolamento”: “Per noi Pesaro è sempre stata un antagonista ma spero che in futuro possa diventare un solido alleato. Se la squadra poi si dovesse allargare con il comune di Norcia – conclude – non ho da obiettare nulla. Si può integrare assolutamente un progetto che comprenda anche l’Umbria. Servono dei partner credibili”.
“Progetto interregionale”
Mette da parte le polemiche politiche la consigliera della lista civica Futura Maria Francesca Crespini. Il suo partito, il 6 dicembre scorso, insieme alla lista Urbino Bene Comune (Ubc), ha sottoscritto un accordo federativo con la forza centrista di Spacca (Base Popolare Marche). “Occorre vincere e l’unione fa la forza”, dice al Ducato la Crespini che poi avanza un progetto più ampio: “Si potrebbe fare una Civitas Appennino-Adriatica che metta insieme 90 comuni”. Mentre sul binomio Pesaro-Urbino, la consigliera aggiunge: “La questione non è se la città ducale stia con Pesaro. Qui parliamo di Urbino che si deve portare a casa un risultato”. Dunque, “valide entrambe le candidature, con Pesaro siamo più forti – continua – ma guardare all’Umbria, attraverso un discorso interregionale, non è poi così male”.
“La Civitas Appenninica non è un progetto peregrino e Urbino viene tutelata da entrambe le candidature”, dice al Ducato Vincenzo Pompilio consigliere di Ubc. “Non sto dicendo che preferisco l’una o l’altra ma nella candidatura di Spacca, la città ducale c’è e viene tutelata”. Poi Pompilio si lascia in un lungo elogio all’ex governatore di cui condivide pienamente le idee: “Con Spacca, la politica ha avuto una visione ampia, un ruolo attivo e di traino. Urbino deve alzare l’asticella se vuole essere considerata capoluogo di provincia a tutti gli effetti ma con Gambini la vedo molto dura”.
Alleati di Pesaro
Sulla questione è intervenuto anche l’ex sindaco di Urbino Massimo Galuzzi che, contattato dal Ducato, ha detto: “Il bacino e l’interesse della città ducale devono essere collegati a Pesaro e forse a Urbino tocca fare una scelta. Certo, avanzare il progetto di Norcia (con i comuni dell’Appennino) in ragione dei disastri del sisma, ha un valore. Ma Urbino non può stare da tutte le parti”. Strada principale, dunque, per l’ex primo cittadino è quella di guardare verso il mare, ma “Urbino può essere anche un punto di riferimento per le aree interne e per tutto il Montefeltro”. Ma Galuzzi, durante il suo mandato, lo sguardo verso l’Umbria lo ha rivolto: “Quando sono stato sindaco, abbiamo sottoscritto insieme alle città di Gubbio, Pesaro e Senigallia, il progetto La Terra del Duca ma si trattava di una cosa specifica per valorizzare le aree interne e che faceva riferimento al Duca Federico”.
Sulla stessa linea di pensiero anche il consigliere di Urbino Rinasce Oriano Giovanelli: “La strategia di Pesaro e Urbino come capitali europee della cultura sarebbe un vantaggio assoluto per la città ducale”. Mentre, sulla Civitas Appenninica di Spacca, Giovanelli aggiunge: “Si rivolge all’entroterra Ascolano, al Fermano e sicuramente la scelta del governatore Acquaroli è stata fatta per ottenere un bacino elettorale funzionante ma non c’entra nulla con le Marche e ancora meno con Urbino”. Poi un’ultima stoccata al sindaco Gambini: “Pensa di più ad un’alleanza politica che alla cultura”.