di ANNALISA GODI
URBINO – “Vi supplico di pregare x mia figlia, le mie preghiere non bastano” è un post pubblicato sul gruppo Facebook “Sei di Urbino se…” da Domenica Discolo. Il risultato? 190 reazioni, 42 commenti e una condivisione. Chi ha risposto al post ha inviato cuori, pensieri di vicinanza e le emoji delle mani giunte nella preghiera.
Lo stesso identico post da inizio dicembre è stato condiviso 400 volte da altrettanti profili Facebook su tantissime pagine differenti.
La “Chiesa di Dio onnipotente”
La “Chiesa di Dio onnipotente”, nata nel 1991 in Cina e bandita dal Paese dal 1995 perché ritenuta ‘culto pericoloso’, potrebbe sembrare a prima vista un movimento cattolico vicino alla Chiesa romana. Invece crede tutt’altro: Gesù sarebbe vivo e si trova nel corpo di una donna cinese attualmente in vita. Una dottrina religiosa non accettata dalla Santa sede.
“A condividere i contenuti, chiamati ‘engagement bait’ (contenuti che per la loro natura spingono l’utente a interagire mettendo like, condividendo o commentando, quindi contribuendo a diffonderlo, ndr) sono i bot (falsi account ndr). Cliccando sul loro profilo, si vede che hanno messo il like a pagine che fanno parte della rete del movimento religioso” spiega Giglietto.
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“L’elevato numero di interazioni dei post fa credere che ci siano stati interventi esterni di altri account per aumentarne la visibilità sull’algoritmo”, commenta il professore.
Il catechismo su Messenger e la richiesta di denaro
Ma a cosa serve tutto questo? Lo scopo è sfruttare i gruppi Facebook, in cui c’è poca moderazione da parte degli amministratori, per diffondere post ed eventi che attirino gli utenti, così da spingerli a cliccare su link di Messenger (la chat di Facebook), iniziando un percorso che porta alla partecipazione a eventi periodici di catechismo.
Nicola Righetti, ricercatore Uniurb, è riuscito a mettersi in contatto con la setta: “Prima mi hanno invitato a un evento online, a cui accedere tramite un link, che mi ha portato su una chat dove un bot mi faceva domande a cui dovevo rispondere. Poi mi è arrivato l’invito a una lezione di catechismo, dove presentano a poco a poco la loro religione, dopo mi hanno chiesto di aggiungere il profilo di una persona. Cercano di coinvolgerti a poco a poco e il rapporto diventa sempre più personale. Quando mi hanno telefonato non ho risposto e mi sono fermato”.
“Anche se non ne abbiamo la certezza, pensiamo che il loro fine ultimo sia chiedere soldi ai propri seguaci, sfruttando la debolezza delle persone”, conclude Giglietto.
Questo movimento è presente anche in Italia e inizia a essere noto: una sentenza della Corte di Cassazione del 2022 ha respinto la richiesta d’asilo di una cittadina cinese, seguace della “Chiesa di Dio onnipotente”. La donna temeva che, a causa della sua appartenenza religiosa, se fosse tornata nel suo Paese, sarebbe stata arrestata dalle autorità, come già accaduto ai suoi familiari.