di MARTINA TOMAT
URBINO – “Se il bambino avesse paura di risultare goffo non imparerebbe a camminare, striscerebbe per sempre”. Questa frase di Benedetto Vigna rimane impressa come un timbro sulla pelle. L’amministratore delegato della Ferrari trova le parole giuste per farsi ascoltare. Così l’inaugurazione dell’anno accademico risulta scoppiettante. Come il rombo del motore che risuona in mente pensando alla Rossa di Maranello. Rievocata benissimo da Vigna, con la sua lectio magistralis Elogio dell’errore purché capito: non una pacca sulla spalla ma un discorso fatto di sproni a osare per imparare. Un apprendimento che deve per forza passare dagli inciampi. Perché l’errore è uno step necessario per raggiungere le bandiere a scacchi che si profileranno via via sul cammino. Va capito però. Non deve essere uno sbaglio fatto a vanvera o frutto di negligenza.
Gli studenti dei licei e delle Università presenti nell’aula magna Volponi ascoltano rapiti, con lo sguardo di chi farà tesoro dei suggerimenti per dare slancio ai propri sogni. Anche se per Vigna le ambizioni sono sempre in divenire, possono cambiare in base a quello che impariamo, la vita può sorprendere spalancando porte inedite: “Io da piccolo mica pensavo di lavorare in Ferrari”.
L’importanza dell’unione e il non accontentarsi
Le note dell’inno di Mameli danno il “la” alla cerimonia. Una formalità. Ma il pensiero corre intuitivamente sul podio della F.1, innaffiato dallo champagne ribaltato sui capelli dei piloti che esultano canticchiando. Così quando i Goliardi ducali – ospiti dopo oltre 20 anni di assenza – e di Camerino portano sul palco una bottiglia di vino l’associazione sembra ancora più calzante.
A fare gli onori di casa è il rettore Giorgio Calcagnini che, dopo i ringraziamenti di rito, punta il suo focus sull’importanza dei cambiamenti, difficili ma fondamentali. “Imparare vuol dire non accontentarsi di fare le cose che abbiamo sempre fatto, bisogna anche disimparare ciò che non serve più”. Virare non è facile: “Procediamo per rimbalzi e accelerazioni”. Il rettore punta il suo focus sui giovani: “Dobbiamo attrarli e trattenerli, è importante continuare gli studi con la magistrale”. Anche se spesso i numeri fanno storcere il naso, specie sul fronte stipendi dove è ancora marcata la differenza di genere, con le ragazze con una busta paga inferiore. Ma Calcagnini incoraggia ad andare avanti, anche per cambiare le cose. Cita Thomas Paine: “Non nei numeri ma nell’unità risiede la nostra forza”.
Gli fa eco il Presidente della regione Francesco Acquaroli: “Restando uniti si può andare molto lontani”.
“Nella mani il mondo, non il cellulare”
Impattante anche il discorso del rappresentante degli studenti Manuele Uscov che responsabilizza i giovani: “Il futuro dipende anche da noi, avremo nelle mani il mondo di domani perchè noi siamo il futuro”.
Un lancio preso al volo da Benedetto Vigna che entra in sala di nero vestito: “Mi fa strano sono abituato al rosso”, commenta, catturando subito l’attenzione con ironia. “Mi allaccio al discorso precedente: nelle mani c’è il mondo non il cellulare, mi raccomando”. Poi l’amministratore delegato entra subito nel cuore del suo discorso. Fa capire come il successo non sia mai figlio della facilità: “Spesso mi chiedono come si arrivi in Ferrari ma non esistono strade che vanno da A a B. Il percorso non è prevedibile con gli algoritmi. Non dobbiamo ragionare in maniera troppo razionale”.
Ma anche se le strade sono lastricate da difficoltà bisogna insistere: “Io esisto professionalmente grazie al Giappone, quando all’inizio proponevo i miei brevetti in Europa venivano bocciati. Loro hanno avuto fiducia in me. Questo perché danno valore alla parola apprendimento, ‘gakushuu’ e a ‘kaizen’ che vuol dire cambiare continuamente in meglio”.
“Sbagliare è vitale”
E nell’apprendimento è fondamentale sbagliare: “Gli errori di processo sono necessari ma vanno accettati. Il primo passo è agire. Non dobbiamo rimanere immobili per paura di sbagliare, per vergogna o per timore di essere sgridati. Un buon capo deve capire il valore dell’errore, anche lui può sbagliare e siamo autorizzati a farglielo notare. Questo è possibile solo se c’è sete di progresso continuo. È impossibile fare innovazione se non si fallisce, è solo produzione in quel caso”.
Le linee guida Ferrari
Un modus operandi tanto caro alla Ferrari: “Fondamentali per noi sono la collaborazione fra tutti e l’apprendimento continuo perché non siamo un’isola con un rivolo intorno ma un continente circondato da un oceano. La cultura dell’errore fa crescere più velocemente e alla fine è sempre chi si muove più velocemente a vincere”. Nello sport come nella vita. E in entrambi i casi bisogna tenere gli occhi ben aperti: “Si può imparare sempre, da qualsiasi situazione”.
Alla fine è ovazione. Il coro 1506 intona Viva la vida dei Coldplay. Una studentessa si avvicina a Vigna. Sembra confidarsi con lui, spiegandogli gli errori e gli obiettivi prefissati. Lui la ascolta teneramente e la incoraggia. Non le darà una risposta ma un input. Tanti altri studenti si alzano dalle poltroncine dopo aver fatto il pieno di voglia di fare. La griglia di partenza del nuovo anno accademico è più rovente che mai.