Caos sul futuro degli atenei. Gambini: “Il rettore chiarirà sul caso-Link”. Ad Ancona nuova facoltà che c’è già a Urbino

La seduta del Consiglio comunale di Urbino del 3 febbraio 2025
Di ANDREA BOCCHINI e MARIA DESSOLE

URBINO – Parola d’ordine: Università. Ma quale? Meglio quella pubblica o quella privata? E ancora: meglio a Fano, Macerata o Ascoli Piceno? E perché non farla a Urbino? Sono passate circa due ore dall’inizio del Consiglio comunale e, nella sala Serpieri, le diciotto interrogazioni presentate dalla minoranza (ne sono state discusse tre) lasciano il posto all’ordine numero due del giorno (numero uno per importanza): il futuro della Carlo Bo. Non solo. La vicenda della Link University, il campus telematico (e privato) romano che ha ricevuto l’ok della Regione Marche per istituire una facoltà di medicina a Fano, una ad Ascoli e una di odontoiatria a Macerata. Mentre a Urbino nulla. Ma non è finita qui. Dal Crum (Comitato regionale di coordinamento delle università marchigiane) si è deliberato che la Politecnica delle Marche (Ancona) avrà una nuova facoltà: Scienze Motorie. Ma la stessa c’è già alla Carlo Bo. “Una sciabolata per il nostro Ateneo”, commenta l’assessore Elisabetta Foschi. “Un colpo basso”, ha aggiunto l’assessore Massimiliano Sirotti. Abbiamo già chiesto al rettore Calcagnini di venire a riferire in Consiglio”, ha detto il sindaco Maurizio Gambini. Ma facciamo ordine.

L’ordine voluto dalla minoranza

A prendere per primo la parola è il consigliere (dem) di minoranza Federico Scaramucci. “Sono oltre 500 anni che l’università sostiene lo sviluppo della nostra città – dice – ne ha da sempre caratterizzato il tessuto economico, sociale e culturale”. Insomma, “mentre nelle altre città è una istituzione, qui a Urbino rappresenta l’istituzione”, aggiunge. Ma sulla Link, Scaramucci al Ducato chiarisce: “Siamo fortemente contrari, soprattutto in un percorso che non è stato concordato con gli atenei marchigiani, ma sono stati privilegiati accordi politici senza guardare al bene dell’istruzione”. Poi c’è il fatto che il campus romano è un percorso telematico e privato che, in passato, “ha suscitato qualche dubbio di trasparenza” – continua – e potrebbe creare delle difficoltà portando a indebolire l’offerta pubblica del nostro territorio”. Necessario “un dialogo aperto e costruttivo tra ateneo e amministrazione. Con Gambini non c’è mai stato”.

Ma sul tema, l’opposizione ha pensieri diversi. “Fano cosa ha più di Urbino per permettersi una facoltà di medicina? Abbiamo perso il coraggio di fare politica. Anzi, non abbiamo più una visione che ci permetta di accogliere una nuova facoltà nella nostra città”, tuona Gianluca Carrabs (Avs). Poi, rivolgendosi al sindaco Gambini, Carrabs aggiunge: “Se lei ha visto il piano formativo della Carlo Bo, lì c’è scritto che l’Ateneo di Urbino ha dato parere positivo all’apertura di una nuova facoltà di scienze motorie ad Ancona che va palesemente in competizione con la nostra. Basta, dobbiamo dire ‘no! L’università si fa a Urbino'”.

“Qui si stanno spalancando le porte alle università private, colpendo l’università pubblica, ma il destino della nostra città è strettamente legato a quello dell’Ateneo, o riusciamo a fare squadra e collaborare per dare un futuro alla Carlo Bo oppure il destino è quello di sprofondare”, dice il consigliere Oriano Giovanelli (Urbino rinasce). Dalla lista civica Futura, invece, il pensiero è chiaro: “L’università va sostenuta è la nostra più grande forza economica – ribadisce Maria Francesca Crespini – ma è il comune che deve fare una politica che riesca a trattenere i dipendenti dell’Ateneo”.

Occorre un dialogo

Sul tema, però, è critico anche qualche esponente della maggioranza come il consigliere Massimo Guidi (Urbino Rinascimenti): “Io sono per la difesa dell’università pubblica, così come sono per la difesa della sanità pubblica”. Dalla giunta, che vede assente proprio l’assessora ai rapporti con l’Università Francesca Fedeli,il primo a prendere la parola è l’assessore alle politiche educativa Massimiliano Sirotti: “Il tema non va affatto strumentalizzato ma siete consapevoli di cosa significhi aprire un nuovo corso di studio? Nella Link insegnano docenti specifici e ci sono norme precisi per attivare una nuova facoltà – continua – se pensiamo a medicina, occorrono non so quanti milioni e mi dispiace che ad Ancona si sia aperto un nuovo indirizzo che porterà via molti iscritti dalla Carlo Bo. È un colpo basso”.

Ma sulla Link è l’assessora alle politiche giovanili Elisabetta Foschi a chiarire meglio la situazione: “La proposta quando è stata fatta vedeva come primo interlocutore Urbino ma è stato detto di no. Certo, se mi chiedessero dove preferirei la facoltà di medicina, dire la nostra città ma è stata prima la Regione a chiedere al dipartimento di salute se ci fosse la possibilità o meno di aprire questi corsi”. Poi: “Il dipartimento ha evidenziato carenze in tutte le Ast (eccetto Ancona) e prima dell’ok della Regione, nessun’altro ente ha fatto richiesta. Perché il nostro ateneo non si è espresso? A questo punto, io aprirei un tavolo con la Carlo Bo e ho chiesto anche al ministero un’interlocuzione”.

L’invito a Calcagnini

“Credo sia irrispettoso parlare dell’università senza avere qui la partecipazione del rettore Calcagnini e del direttore amministrativo, per questo motivo li abbiamo invitati in modo che vengano a chiarire la situazione direttamente con noi, qui in questa aula, tuona il sindaco Gambini che, ritornando sulla questione della Link, aggiunge: “Il rettore della Carlo Bo mi ha detto che, qualche anno fa, aveva rigettato la proposta confermandomi la sua contrarietà”. Non solo. “Insieme all’assessore Fedeli, abbiamo fatto un incontro con il rettore per chiarire la situazione della Politecnica, la quale ha avuto una nuova facoltà. La Link poteva essere una contropartita ma non abbiamo ottenuto nulla”. Mentre sul fatto che sia giusto o meno un’università pubblica o una privata, Gambini spiega: “Quando si parla di questa differenza mi viene da ridere. Il privato, quando ci sono le emergenze, viene sempre chiamato ma poi rinnegato. Io? Sono per il pubblico ma quando questo invece di fare gli interessi per il paese fa i danni, allora scelgo il privato”.

Poi concludendo, il primo cittadino apre a un tavolo di confronto con l’Ateneo seppure, dice, “il dialogo c’è sempre stato”: “Ho un rapporto buonissimo con il rettore, parliamo di tutto ma è chiaro che le scelte strategiche dell’Università devono incontrare la collaborazione di questa giunta. Noi li teniamo i rapporti con la Carlo Bo, li abbiamo sempre tenuti e occorre un confronto per parlare in maniera costruttiva. L’invito che faccio all’Università di Urbino è quello di ragionare insieme a noi”.

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