Quegli echi di Grecia che risuonano tra i vicoli di Urbino

Di MARTINA TOMAT

URBINO – Come Vassilis Papadopoulos ce ne erano tantissimi altri ma quel giorno del 1999 Piazza Repubblica era deserta, solo una coltre di neve che rendeva ancora più difficoltoso destreggiarsi tra i saliscendi di Urbino: “Mi sono detto: ‘Dove sono tutti? Mi avevano raccontato che c’erano un sacco di studenti’. E tra loro ci dovevano essere gli “altri”: quelli arrivati come lui dalla Grecia per studiare farmacia. “E anche giurisprudenza, giornalismo e arte all’Accademia, seppur in quantità minore. Io ho iniziato l’Università a Ferrara, poi mi sono trasferito qua insieme a due miei connazionali, a Urbino eravamo tantissimi”. Presto l’ha constatato: “Nei bar si parlava più greco che italiano. Ma all’inizio mi sentivo spaesato e diverso”. Vassilis ci ride su, mentre, sorseggiando un tè, ripercorre la sua storia con il Ducato (in occasione dell’avvicinamento alla giornata mondiale della lingua e della cultura ellenica del 9 febbraio) ora lo sa che la sua nazionalità era un valore aggiunto.

Un tutt’uno

“Non capivo la lingua, poi ho notato che tante parole derivano dal greco e ne potevo spiegare il significato con molta più accuratezza di un italiano. Ho capito che Urbino e la Grecia sono saldamente legate”. E ora quel laccio di unione cerca di stringerlo e mostrarlo agli italiani, è il responsabile della comunità greca delle Marche Nord dove Urbino è entrata quest’anno: “Ma qui in realtà abbiamo sempre fatto gruppo cercando di promuovere e di pubblicizzare la cultura greca.”

Corsi di neogreco, feste e supporto agli studenti

Nella città ducale infatti nel corso degli anni si sono susseguiti eventi: corsi di lingua neogreca “da tre anni a questa parte: un sogno avverato”, cene tipiche, feste a suon di balli e canzoni neomelodiche e poi un’accoglienza costante agli studenti: “Ora sono un centinaio, nel 2004-05 quando mi sono laureato eravamo in mille, c’è anche una famiglia greca e quattro greco-italiane tra cui la mia. Aiutiamo i ragazzi a cercare casa, con la guardia medica, con la burocrazia per il servizio militare che da noi è ancora obbligatorio. Alcuni tornano in Grecia e diventano famosi come la giornalista Dora Anagnostopoulou”.

Da sinistra il console generale onorario Dimitris Beligiannis per le Regioni Marche, Abruzzo e Umbria insieme a Vassilis Papadopoulos

Al ritmo di Smyrna

Musica dal vivo Rembetika, originaria dell’Asia Minore e persone che inondano di allegria e balli la piazza, fino alla fontana. È fine maggio e la proiezione del film greco Smyrna ben presto sfocia in una festa: “Erano presenti l’attrice principale, le autorità e un sacco di gente” spiega Vassilis, che con cura ha organizzato quel momento: “Una giornata bella e inaspettata tanto che vogliono replicare il film ad Ancona, a Bologna, a Parma e forse anche a Venezia”.

San Vasilis “il Natale di capodanno”

Oltre a quelli nati dal gruppo di Urbino altri eventi sono frutto della comunità ellenica delle Marche, attiva dal 2012. Uno di questi è la festa della Vassilopita, in programma a Treia il 16 febbraio, è legata alla tradizione di Babbo Natale: “Da noi si chiama San Vasilis e passa nella notte di capodanno. Si mangia una pita dolce, una specie di ciambellone, in passato c’era dentro una moneta d’oro portafortuna, ora ce ne è una simbolica associata spesso a un premio. Alla festa ci saranno in palio prodotti tipici, sconti e il corso di lingua neogreca omaggio per esempio”.

Jole e le origini della giornata mondiale

La giornata mondiale della lingua e della cultura ellenica è nata a Salerno nel 2020 grazie a un professore greco aiutato da filellenici: “La scelta è ricaduta su quel giorno perché da noi si festeggia Dionysios Solomos, che sarebbe il poeta nazionale della Grecia, è lui che ha scritto l’inno”. In questa occasione gli eventi a Urbino si intensificano: “Grazie al professore filellenico Luigi Bravi approfondiamo opere legate alla Grecia ospitate da palazzo Ducale. Negli scorsi anni abbiamo parlato per esempio di alcune epigrafi e quest’anno è il turno di Jole”. L’appuntamento è il 7 febbraio alle ore 16 a Palazzo Ducale: “Un incontro incentrato sulla mitologia – spiega Bravi – ci chiederemo perché nella prima sala siano rappresentati Ercole e Jole, il suo amore fatale”. Ma il palazzo simbolo di Urbino pullula di legami con la Grecia: “Basti pensare ai libri che si trovano nella biblioteca e poi allo studiolo del duca Federico da Montefeltro dove sono rappresentati Omero, Aristotele, Platone, Solone, Euclide”. Ma non solo palazzo Ducale: “Urbino è una sede dove si studia a livelli altissimi il greco antico, possiede un dottorato esclusivamente dedicato”.

Galeotto fu il greco

Un amore per la Grecia che contraddistingue Urbino, condiviso anche dalla moglie di Vassilis: “Lei ha fatto il classico”.

Sorride Vassilis, mentre ripensa al primo incontro con la moglie Paola, più di 20 anni dopo, con lei e i due figli, vive ancora a Urbino anche se spesso fa spola con la Grecia dove ha una farmacia a Corinto: “Non l’avrei mai detto. Appena arrivato in città ho esclamato ‘dove sono finito? Non ci rimango neanche un giorno’. A Pesaro avevo intravisto il mare ed ero felice ma quando ho cominciato a prendere la strada che si attorcigliava in salita per Urbino ho detto ai miei amici: ‘Cos’è? La strada per l’Olimpo??’ Ora dal suo Olimpo vede solo panorami e orizzonti mozzafiato.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi