di CARLA IALENTI
URBINO – Da bambino Abdo sognava di aprire un ristorante tutto suo in Egitto, il suo Paese. Così da ragazzino ha iniziato a lavorare come panettiere. Ma guadagnava poco e quei soldi, per vivere a Gharbeya, la sua città, non bastavano. Perciò nel 2014, a 13 anni, insieme a suo fratello maggiore Mohamed, decide di arrivare in Italia. Sbarcato a Lampedusa “ci abbiamo messo 12 giorni, eravamo in 300 su una barca da 25 metri” e poi in Sicilia, fino a Roma. Dalla Capitale ad Arezzo per poi arrivare a Urbino. Qui si diploma e diventa pizzaiolo. Oggi Abdo Awadalla, 23 anni, vive a Trasanni e ha aperto il suo ristorante pizzeria “Sapore del sole” a Fermignano. Un sogno che diventa realtà.
Studiare per un sogno
Da piccolo Abdo non amava studiare. Aveva cominciato a lavorare da ragazzino proprio per stare alla larga dai libri. Poi, però, arrivato ad Urbino, ha cambiato idea. “Lo studio mi ha aiutato a realizzare il mio sogno”, dice con orgoglio. Ma all’inizio non sono mancati momenti di sconforto e solitudine in cui era difficile sperare in un futuro migliore. Scappa da ogni comunità in cui arriva. La sensazione che ha è quella di doversela cavare da solo. E così dalla Sicilia, dove vive per un mese, arriva a Roma, dove resta per un paio di settimane. Poi viene mandato ad Arezzo dove resta per qualche mese. Qui comincia a studiare l’italiano. “All’inizio è stata dura, ma poi ho imparato perché mi vergognavo quando sbagliavo le parole”. Poi ritorna a Roma e da lì la strada per Urbino. “Sono scappato anche dalla comunità di Urbino per ritornare a Roma dai miei amici. Dormii in strada per due notti. Poi l’assistente sociale mi convinse a ritornare. E non sono più scappato”.
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Abdo Awadalla, pizzaiolo egiziano di 23 anni, in Italia dal 2014
Ultima fermata Urbino
Abdo vive prima in una comunità a Urbino, poi a Fossombrone. Frequenta il Centro per la Formazione professionale, “Il Pellicano” di Trasanni e dopo vari tirocini a Fano e Urbino, lavora per oltre 5 anni. Racconta la sua storia nel nuovo ristorante in via strada Nazionale. È molto grande e pieno di tavoli apparecchiati. Sullo schienale grigio delle sedie si legge “Oba Oba”, il nome del vecchio locale. “Qui prima c’era un altro ristorante. Io ho appena aperto. La mia ragazza mi ha dato una grossa mano: per un mese non abbiamo dormito perché dovevamo mettere a nuovo il locale”, dice sorridendo. “Siamo stanchi, ma felici”. La sua fidanzata Omnia, anche lei egiziana, è lì con lui: “A lei devo tutto, mi ha aiutato nei momenti più difficili”.
Non solo lei. Il suo lavoro gli ha permesso di conoscere tanti amici e colleghi, alcuni dei quali gli hanno saputo dare i giusti consigli per mettersi in proprio. Sicuro e fiducioso nel futuro, Abdo racconta che per aprire un’attività tutta sua ha dovuto rinunciare a molto: “Avevo un contratto a tempo indeterminato dal 2021 in una pizzeria di Urbino: mi sono licenziato”. L’uomo che è diventato oggi realizza il sogno di bambino. Quel bambino che comincia a impastare la farina in Egitto, e continua in Italia, per fare la pizza napoletana. Col suo lavoro spera di fare del bene per la sua comunità, quella che lo ha aiutato a trovare la sua strada, tra le curve e le pittoresche colline del Montefeltro.