di CARLA IALENTI
URBINO – Amedeo Mei tra i banchi di scuola ha vissuto tutta la sua carriera. La dirigente scolastica dell’istituto Volponi-Pascoli Maria Lorena Farinelli lo ricorda bene e lo abbraccia. Era il professore di Chimica all’Istituto tecnico industriale “Mattei” di Urbino. Oggi torna dietro alla cattedra in veste di volontario della Protezione civile di Urbino per spiegare ai ragazzi come comportarsi in caso di emergenze come terremoti, alluvioni, frane e incendi. Con lui anche Donatella Pucci, vice coordinatrice, Riccardo Gualazzi, Marco Petrozzi e Roberto Tempesta.
Una lezione interattiva
“Un ex insegnante ha una marcia in più nel parlare coi ragazzi”, dice Pucci. Perciò Mei è il primo a prendere la parola davanti a ventitré studenti di terza media. “Che succede se vostra madre cucina le patatine fritte e la pentola prende fuoco?” chiede il volontario ai ragazzi. “Oltre a rinunciare alla cena, che fareste?”. Scappare a gambe levate non è, infatti, la soluzione migliore. I ragazzi lo sanno bene. Un’introduzione che con ironia e in maniera interattiva, cattura l’attenzione di tutti gli studenti. Nelle lezioni di prevenzione si parla anche di alluvione, con il consiglio di allontanarsi dai piani bassi; di terremoto, dove invece i piani alti sono i più rischiosi e anche le scale possono essere pericolose, in ogni caso meglio percorrerle dalla parte della parete.
È la terza giornata di formazione. Dopo quella di lunedì e martedì, la mattina di mercoledì è iniziata con un incontro sia al Pascoli che al Volponi, il Ducato ha partecipato a quello del secondo istituto. E venerdì e sabato la formazione continuerà in altri plessi. “L’idea nasce due anni fa”, dicono i volontari, anche in risposta dell’alluvione che ha colpito le Marche nel 2022. L’obiettivo è il passaparola: gli studenti tornando a casa diventeranno dei piccoli formatori anche loro, parlando con i loro genitori, e condividendo coi familiari le pratiche da adottare in casi di emergenza. E a 13 anni, i ragazzi sono molto ricettivi. “L’anno scorso abbiamo formato i ragazzi al primo soccorso”, dice la dirigente scolastica Farinelli. “Grazie a quel corso un alunno di questo istituto ha salvato la vita a un suo vicino di casa”.
L’alluvione nelle Marche del 2022
E chissà quanti di loro da “grandi” sceglieranno di indossare la tuta gialla per aiutare il loro territorio come Riccardo Gualazzi, Marco Petrozzi e tanti altri che a settembre del 2022 hanno spalato il fango a Cantiano, colpita dall’alluvione. Anche i ragazzi ricordano bene quella catastrofe. “L’alluvione colpì anche Cagli”, interviene una studentessa. “Me lo ricordo bene perché mia nonna vive lì”. I danni furono ingenti nella provincia di Pesaro e Urbino e in quella di Ancona. Le vittime furono 13. C’è chi riuscì a salvarsi aggrappandosi per ore a un palo della luce, come racconta Riccardo Gualazzi. Ma il fango distrusse case, negozi e aziende, molte delle quali sono ancora macerie. “Chi paga i danni?” chiede l’alunna Giada, toccando un tasto dolente. Gli abitanti dei paesi colpiti dall’alluvione, infatti, hanno ricevuto solo una piccola parte dei fondi statali. E a Cantiano, per esempio, dove non arrivano i fondi dello Stato, ci pensa l’Unione Europea coi fondi del Pnrr. Ma la tragedia ha segnato la città, e le pareti dei bar e dei locali in centro su cui si è deciso di ricordare a che altezza è arrivato il fango: quasi tre metri.