Revoca dimissioni del sindaco di Urbino, le opposizioni: “Una farsa, amministrazione spaccata”

Da sinistra: Federico Scaramucci (Pd), Gianluca Carrabs (Avs) e Maria Francesca Crespini (lista civica Futura)
Di ANDREA BOCCHINI

URBINO – La minoranza torna all’attacco dopo la notizia delle revoca delle dimissioni del sindaco di Urbino Maurizio Gambini: “Si tratta di una farsa – accusano – e ora l’amministrazione della città è spaccata”. Una riserva che è stata sciolta dopo venti giorni da quando – era il 28 febbraio scorso – il primo cittadino ha presentato e protocollato le dimissioni durante il Consiglio comunale. Oggi, quasi allo scadere del limite di tempo previsto per legge oltre il quale il Comune sarebbe stato commissariato, il dietrofront: “Il senso di responsabilità verso la città e i cittadini mi dà la ragione di andare avanti – dice Gambini – la maggioranza c’è ed è compatta”.

“Prendiamo atto di questa decisione, ce lo aspettavamo e il sindaco aveva lasciato già intendere, da sue dichiarazioni, che avrebbe revocato le dimissioni”, dice al Ducato il capogruppo dem Federico Scaramucci. Che continua: “Siamo dubbiosi sulle motivazioni che hanno portato alle dimissioni dei tre consiglieri di Urbino Rinascimenti e chiederemo maggiore trasparenza in merito a questo”. Poi Scaramucci punta il dito contro il sindaco: “È stata una telenovela e chiederemo a Gambini che, dopo 20 giorni di ferie, si occupi finalmente dei veri problemi di questa città”.

Ci va meno leggero Gianluca Carrabs (Avs): “È la prima volta in Italia che un intero blocco consiliare di dimette alterando sia la scelta fatta dal sindaco Gambini che quella del risultato elettorale”. Una situazione in cui “viene a mancare l’agibilità democratica – aggiunge – il primo cittadino ha fatto una campagna di umiliazione nei confronti dei tre consiglieri che si sono dimessi. Questa non è politica e non si tratta di democrazia: si vuole solo censurare il dissenso”.

Dalla lista civica Futura: “Sapevamo come sarebbe finita ma i cocci restano rotti – chiosa Maria Francesca Crespini – Gambini con questa sfuriata non ha risolto nulla, anzi ora si ritrova un governo spaccato”. Sulle dimissioni di Guidi e i suoi, Crespini aggiunge: “Il problema non era Urbino Rinascimenti, i tre hanno fatto una richiesta normalissima, quella di maggiore partecipazione. Ma siccome lui (Gambini ndr.) amministra come un despota anche il centrodestra si è stancato”. Insomma, “Gambini fa il forte con i deboli e il debole con i forti ma in questa situazione a remargli contro è stato anche il centrodestra: Guidi lo ha potuto controllare e mandare a casa. A destra hanno il pugno della situazione”.

“Gambini ritira le dimissioni ma il comunicato che accompagna questa notizia continua a essere pieno di lati oscuri e minacce”, dice Oriano Giovanelli (Urbino Rinasce). “Nulla è stato chiarito o risolto e c’è da essere molto preoccupati per la città – continua – la democrazia è stata lacerata dalla prepotenza”. Secondo Giovanelli, quello che rimane di questa storia “è la pessima figura di Gambini e dei suoi supporter. Per la città e per noi opposizione questa non può essere sicuramente una soddisfazione. Mala tempora currunt”.

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