Strage di Fenicotteri sul Catria, l’ornitologo: “Sorpresi dal fortunale”

dI CHIARA RICCIOLINI

URBINO – Erano diretti verso le lagune della Romagna, ma sono stati sorpresi da raffiche violente di vento. Uno stormo di fenicotteri rosa ha così perso la rotta e si è schiantato sul Monte Catria, in provincia di Pesaro e Urbino, a 1.500 metri di quota. Solo sue esemplari sono sopravvissuti, salvati dai Carabinieri forestali e dalle cure del Cras delle Marche di Ca’ Girone a Urbino.

“I forti venti sono un problema per gli uccelli migratori. Questi animali si spostano all’interno di un areale che comprende le zone umide dell’Adriatico, ma lungo il tragitto hanno incontrato un fortunale”, spiega l’ornitologo Sergio Nissardi. Proprio in questo periodo infatti questi uccelli migrano per raggiungere i loro siti di nidificazione, che nell’Adriatico si trovano nelle Valli di Comacchio e nelle Saline di Cervia e talvolta nel tragitto vengono sorpresi dal maltempo, che quando si fa forte mette seriamente a repentaglio le loro vite.

Il pericolo di eventi estremi

Lo stormo si è schiantato in volo contro le rocce del monte. Nell’impatto sono morti sette esemplari, mentre i due sopravvissuti sono stati ritrovati in condizioni critiche nella località Balze degli Spicchi. In futuro, questo tipo di eventi potrebbe diventare più frequente: “L’aumento di fenomeni meteorologici estremi – spiega l’ornitologo – può incidere sulla mortalità degli uccelli migratori. Con la crescente desertificazione in Africa, le distanze da coprire durante la migrazione si allungano, poiché gli uccelli dipendono dalle fasce forestali, che stanno arretrando verso sud. Questo fenomeno aumenta i tempi di migrazione e, di conseguenza, la mortalità”.

“Questo vale meno per i fenicotteri – spiega Nissardi – che nelle nostre zone si muovono all’interno di un areale mediterraneo. In questo periodo stanno migrando verso le aree di nidificazione, ed è proprio ciò che stava facendo lo stormo coinvolto nell’incidente”.

I fenicotteri sono da sempre presenti nelle nostre aree. “Negli anni Settanta, in Francia, sono state introdotte politiche di protezione della specie, che hanno favorito la sua espansione in aree da cui era scomparsa. Grazie a queste misure, i fenicotteri sono tornati a nidificare e, negli anni 2000, hanno iniziato a diffondersi anche lungo la costa adriatica”.

Negli ultimi quarant’anni, la popolazione di fenicotteri si è ampliata. A partire dagli anni Settanta, è stato avviato un periodo di tutela legale, seguito da politiche di protezione delle zone di nidificazione. “È possibile che il cambiamento climatico favorisca la presenza dei fenicotteri, poiché la riduzione delle gelate nell’Alto Adriatico consente loro di rimanere anche durante l’inverno”. Ma gli eventi più violenti, le forti piogge e le raffiche di vento aumentano il tasso di mortalità tra i fenicotteri e altre specie migratorie, soprattutto durante gli spostamenti verso le colonie riproduttive.

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