di RAFFAELE DI GAETANI e CARLA IALENTI
URBINO – Da Fermignano, dove è cresciuto, a Milano, dove insegna all’Università San Raffaele, il virologo Roberto Burioni è stato uno dei volti della scienza più visti in televisione durante la pandemia da Covid-19. Del 2020, anno in cui il lockdown paralizzò il Paese, il divulgatore scientifico ricorda l’atmosfera spettrale e le strade deserte che attraversava per andare come ospite ai programmi tv. Cinque anni dopo, il professore incontra gli allievi dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, la città dove ha studiato al liceo classico ‘Raffaello’.
A cinque anni dalla pandemia, quanto è pericoloso oggi il Covid-19?
La pandemia sostanzialmente è finita. Siamo tutti immuni, perché ci siamo vaccinati. Salvo sorprese, il covid rimarrà parte dei virus umani e, tranne che in persone debilitate, causerà come gli altri coronavirus infezioni respiratorie lievi.
E come reagisce alle polemiche sui vaccini?
Abbiamo ottenuto un vaccino sicuro, senza effetti collaterali, che in Europa ha salvato due milioni di persone. Ci sono i fatti accompagnati dai dati che smentiscono chi dice bugie sui vaccini.
Come potevano comunicare meglio scienza e media?
Evidentemente siamo in un mondo in cui i dati scientifici non bastano più. È stato messo a punto un vaccino privo di effetti collaterali e disponibile gratuitamente. In Italia ci sono state due milioni di persone oltre i 50 anni che hanno rifiutato il vaccino per una superstizione, mettendo a rischio la loro vita. Ci sono state testate giornalistiche che hanno fatto della disinformazione la loro missione dal primo giorno di pandemia, dando spazio a medici sospesi per le loro posizioni false e pericolose sui vaccini.
È prevedibile una nuova pandemia?
No, perché è come un terremoto. Pandemia significa un virus nuovo che il mondo non ha mai conosciuto, contro cui nessuno ha l’immunità. Purtroppo non possiamo prevedere le nuove pandemie, perché non sappiamo quali virus possono emergere né quando né dove e soprattutto non conosciamo la patogenicità del virus.
La ricerca è stata necessaria per debellare la pandemia. Anche il Covid è stato utile per la ricerca?
Per fare un vaccino ci volevano 10 anni, col Covid è stato fatto in 10 mesi. È di due settimane fa un lavoro scientifico che dimostra come si può utilizzare il vaccino mrna (quello che contiene le istruzioni per produrre una determinata proteina virale, come nel caso del vaccino anti-covid ndr) contro il tumore al pancreas. L’oncologia sta vivendo un momento di grande entusiasmo, perché stanno uscendo fuori cose nuove, in buona parte derivate dalla ricerca fatta per il Covid.