di DANIELE ERLER
PESARO – “Ho conosciuto il male assoluto per la sola colpa di essere nata”. Quando Liliana Segre – senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di concentramento e testimone della Shoah – finisce il suo intervento al Festival del giornalismo culturale a Pesaro, qualcuno si asciuga le lacrime dagli occhi. Tutti si alzano in una standing ovation e applaudono.
Il salone nobile di palazzo Gradari è stracolmo, molti non hanno trovato posto e sono rimasti in piedi. Qualcuno è rimasto fuori, nel corridoio. Quando la senatrice parla – quando racconta la sua storia, quando presenta l’idea di un decreto legge contro la violenza e il razzismo, quando, con la sua voce discreta e ferma, tuona contro l’eliminazione del tema di storia alla maturità – tutti stanno in silenzio ad ascoltare. Le sue parole pesano, soprattutto quando afferma che ad alcuni “conviene” che la storia sia dimenticata: “Ci sono movimenti in Europa che hanno interesse in un futuro senza storia”.
È questo il valore della testimonianza: la capacità non solo di emozionare, ma di incarnare la storia per farla diventare un insegnamento per il presente e per il futuro. Prima che sia troppo tardi. “La prima volta che sono entrata in Parlamento – ricorda la senatrice – ho detto: ‘Abbiate pazienza di questa nonna che non ha mai avuto alcuna esperienza parlamentare’. Poi però ho capito come comportarmi”.
#LilianaSegre racconta la sua nomina a senatrice a vita: “ma cosa ci farà in #parlamento questa nonna che non ha conoscenze istituzionali?”
Rispondiamo: “tanto” e ringraziamo.#Fgcult18 pic.twitter.com/1JulFpLqH6— lellamazzoli (@lellamazzoli) 28 ottobre 2018
“Ho presentato una proposta di decreto legge contro la violenza in tutte le sue forme – spiega – contro odio, razzismo e antisemitismo. E anche contro la violenza verbale che sta sul web e quella dei nostri politici che istigano i più bassi istinti delle persone. Perché vedo tanto odio: per un sorpasso azzardato, per una lampadina, per una riunione condominiale. Ci sono atteggiamenti che colpiscono per la loro violenza”. E torna alla storia della sua vita: “In Italia l’armadio della vergogna sulla Shoah italiana non si è mai aperto. I ‘vicini di casa’ sono stati i più odiosi, indifferenti anche violenti. I miei nonni sono stati portati via per una delazione: si pagavano 3000 lire per una donna e 5000 per un uomo”
#LilianaSegre “I miei nonni sono stati portati via per una delazione: si pagavano 3000 lire per una donna e 5000 per un uomo.
Un Paese deve fare i conti con tutti gli aspetti della sua Storia, perciò voglio far conoscere anche questo risvolto poco conosciuto” #fgcult18 pic.twitter.com/UhSr08v41Z— Festival del Giornalismo Culturale ? (@fgcult) 28 ottobre 2018
“Ho chiesto che ci siano delle commissioni parlamentari di vigilanza – aggiunge – perché lo Stato deve porre un limite alla violenza. Non deve essere indifferente. Perché è proprio contro l’indifferenza che io mi batto”.
Anche perché i testimoni del passato stanno piano piano scomparendo. “Io sono estremamente pessimista su quello che sarà il dopo di noi, quando noi testimoni non ci saremo più – dice Segre – Con il tempo tutto si riduce a una riga nei manuali di storia. Sono sicura che nel giro di 50-60 anni, forse anche meno, anche la Shoah sarà solo una riga in un libro di storia. Per questo è importante il lavoro degli insegnanti: perché portino avanti la nostra fiaccola della memoria”.
Un’altra delle battaglie della senatrice Segre è contro “l’eliminazione della storia”. A partire dalla decisione di togliere il tema di storia dalle tracce della maturità. “Era un tema scelto da una percentuale minima di studenti ed è per questo che lo hanno tolto – spiega Segre – ma il problema non è degli studenti che non amano la storia, semmai di quelli che la insegnano loro. E allora cambiamo il modo di insegnare la storia”.
.@giorgiozanchini: lei spinge a non voltare gli occhi, ad esempio sulla violenza contro i #rom. #LilianaSegre: Ad Auschwitz eravamo vicini al lager degli zingari. Un giorno loro non c’erano più, sterminati. Non potevo tacere una volta in #Senato #fgcult18 @fgcult
— Il Ducato Urbino (@IlDucato) 28 ottobre 2018
“Io ricordo dallo studio liceale della storia tutte quelle guerre noiosissime del passato dell’Europa – dice Segre – Lasciamo stare tutte queste noiosissime guerre del Medioevo. Insegniamo meglio il Novecento. Gli stermini. Le testimonianze di quello che è successo. Uso le parole di Primo Levi ne La Tregua: ‘Lo stupore per il male altrui’, così descrisse lo sguardo dei soldati russi che entrarono ad Auschwitz. Questa è stata la spinta per farmi diventare una testimone”.