Locali, il gestore della discoteca Enjoy contro l’ordinanza

Samuele Sorrenti, titolare della discoteca Enjoy di Urbino
di Valerio Sforna

URBINO – “Chiuderò il locale e agirò per vie legali contro il Comune perché mi sono indebitato per aprire l’Enjoy e una discoteca non può chiudere alle 2.00”. A parlare al Ducato è Samuele Sorrenti, 38 anni, imprenditore del settore agroalimentare che vive a Fermignano e che lo scorso anno ha deciso di rilevare l’ex Q-Club per aprire a Urbino un locale notturno. Ora, in seguito all’ordinanza comunale, entrata in vigore l’11 febbraio 2019, che dispone la chiusura dei locali alle 2.00 nei giorni feriali e mezz’ora dopo in quelli festivi, l’attività rischia il naufragio a soli due mesi dall’inaugurazione.

Quali sono gli effetti dell’ordinanza sul locale?

L’ordinanza mi costringerà alla chiusura: è impensabile per una discoteca abbassare la saracinesca alle 2.00. Noi apriamo verso le 23, le persone iniziano ad arrivare verso l’una,  ma è soltanto dopo le 2.00 che le serate prendono vita. La posizione del sindaco Maurizio Gambini è sempre stata piuttosto intransigente e “proibizionista”. Penso abbia fatto un ottimo lavoro, almeno inizialmente: è riuscito a ripulire la città dai rifiuti e a mettere un po’ di ordine. Il problema è che si è fatto prendere la mano, prima con le misure restrittive sugli alcolici e i divieti sulla vendita di bevande in bottiglie di vetro, adesso con questa ordinanza. Questa è una dittatura, a Urbino anche i bagni pubblici chiudono alle 21.30.

Chi rischia di essere danneggiato da questa ordinanza?

L’ordinanza colpisce tutti: gli studenti e i locali, dai bar alle pizzerie. I più colpiti però siamo noi: un bar, anche se chiude un’ora prima la sera, ha tutto il giorno per rifarsi; noi lavoreremmo soltanto due ore. L’ordinanza colpisce i locali notturni e di conseguenza tutto l’indotto. Io ho 16 lavoratori con contratti a chiamata: baristi, fonici, addetti alle pulizie e alla sicurezza. Per non parlare dell’agenzia di pubblicità, dei grafici e dei p.r.

Quanto ha investito in questa attività?

Ho investito più di centomila euro nell’Enjoy e per farlo mi sono indebitato. Ho pagato un anno di affitto in anticipo. Ogni giorno mi chiama la persona che ha installato l’impianto acustico, come adesso (lo dice mostrando il telefono che squilla, ndr), perché naturalmente vuole quello che gli spetta! Ogni giorno che passa io mi indebito sempre di più! Non si tratta di spiccioli, ma di migliaia di euro. Anche gli sponsor sono arrabbiati. Loro mi hanno già pagato: io cosa dico a questa gente? Come restituisco i soldi se non posso lavorare? Ogni serata mi costa circa 3.500 euro, tra dipendenti e bevande, a fronte di un incasso di di circa 4.500 euro: da quel che resta devo togliere le spese per l’affitto. Il mio obiettivo era fare un investimento puntando a un ritorno nel lungo termine.

Perché ha deciso di aprire a Urbino?

Il mio è stato un investimento frutto di un’attenta ricerca di mercato: qui mancava un locale notturno fuori dal centro storico. Considerato il numero di studenti che vivono a Urbino, l’assenza di concorrenti e il fatto che in zona ci sia un’area per parcheggiare, ho deciso di prendere in affitto lo spazio e aprire una discoteca. All’avvio del progetto, quando l’ho presentato al sindaco, mi era stata indicata come unica condizione la necessità che il locale fosse a norma, soprattutto per quanto riguarda l’insonorizzazione, per evitare problemi con i condomini circostanti, come era accaduto in passato.

Quando si è iniziato a parlare dell’ordinanza, lei si è confrontato con l’amministrazione?

Certo che sì. Io auspicavo un dialogo tra l’amministrazione e le attività, che però non c’è stato. Più volte ho detto che le misure, se necessarie, andavano adottate in maniera graduale. Si sarebbe dovuto, ad esempio, creare un fondo, finanziato dal Comune, per aiutare le attività che avrebbero potuto essere maggiormente danneggiate dall’ordinanza. Proposte che non sono state prese in considerazione.

Quali sono, a suo avviso, i motivi per emanare un’ordinanza di questo tipo?

Non lo so, ma posso immaginare che si tratti di ragioni politiche. Tra pochi mesi ci sono le elezioni e il sindaco vuole arrivare con una città immacolata e pulita all’impegno elettorale. Ma allora perché il sindaco non chiude direttamente l’università? Così vincerà finalmente la sua personale battaglia contro il “degrado”. I cartelli che dicono “Urbino patrimonio dell’Unesco”, dopo le elezioni, diranno “Urbino la più grande casa di riposo a cielo aperto”.

Che cos’è secondo lei il “degrado urbano”?

Posso capire la necessità di salvaguardare il centro, una fontana storica o un palazzo monumentale. Ma qui, a dieci minuti dal centro, quali possono essere i problemi di degrado urbano? Credo invece che  chiudendo i locali alle 2.00, il disturbo alla quiete pubblica rischi di aumentare. Senza una valvola di sfogo per i ragazzi, la situazione peggiorerà, il sindaco dovrà regalare delle “museruole” agli studenti. Con i locali chiusi, ci saranno più feste private in centro e questo aumenterà il lavoro per le forze dell’ordine. Non credo che la cittadinanza sarà molto entusiasta di questo.

Nei giorni scorsi i quotidiani locali riportavano le critiche al sindaco per la situazione attuale del centro storico: lei le condivide?

Urbino è morta! Gambini non ha mai capito di essere il sindaco di una città universitaria. L’amministrazione dice che la risorsa principale della città è il turismo? Lo vada a chiedere ai bar del centro se è il turismo che da loro da mangiare. Io penso che Urbino avrà ancora due anni di vita, poi non ci sarà più nulla. Conosco due ragazze che si laureeranno la prossima settimana. Volevano fare la specialistica qui, ma vista l’aria che tira in città andranno a studiare a Parma. Tutti fuggiranno da “Alcatraz”, se le cose non cambieranno.

E lei cosa farà?

Io sono in bilico, questa situazione mi sta causando dei danni sia sotto il profilo economico sia sotto quello psicologico. La gente non pensa che una discoteca abbia una programmazione. La prossima settimana avevo delle lauree, ma è saltato tutto perché non posso rispettare gli impegni presi per via delle nuove regole. Non mi resta che procedere per vie legali: voglio essere risarcito di tutti i danni che sto subendo.

Vuole dire qualcosa al sindaco?

Cosa potrei dire a un sindaco che non ama la sua città, non rispetta i giovani e non ha stima dei commercianti e degli imprenditori che investono?

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