Hamza, Salifu ed Elhadji, i tre bomber che trascinano l’Urbino calcio verso la Promozione

Urbino calcio, il ds Marco Lucarini tra gli attaccanti Hamra Aboufaris e Elhadji Niang
di Niccolò Severini, servizio tv di Elia Folco e Filippo Campo Antico

URBINO – Sedici gol su trentadue segnati da tutta la squadra. Sono questi i numeri dei tre bomber dell’Urbino calcio. Hamza Aboufaris, Salifu Saine (entrambi in gol anche sabato nel derby con la Fermignanese vinto 3-0) e Elhadji Niang. Metà delle reti messe a segno dalla squadra portano la loro firma e stanno trascinando la squadra ducale verso la Promozione.

Oltre alla vena realizzativa, in comune hanno anche le origini: tutti e tre sono nati in Africa. In questa bella storia c’è un altro protagonista: Marco Lucarini, il direttore sportivo. Saine e Niang sono arrivati in Italia per lavorare e giocare a calcio. La prima condizione necessaria per la seconda. Entrambi avevano dovuto lasciare Urbino, dopo il passato nelle giovanili della squadra, perché non avevano un impiego. Lucarini, forte del bel rapporto con i suoi bomber, è riuscito a offrire loro un posto da magazziniere nella sua ditta di lavorazioni meccaniche e verniciature e i due bomber sono tornati in città e in squadra.

La stagione positiva nasce dalle idee, ma soprattutto dagli investimenti, del presidente Gabriele Di Gregorio e del direttore sportivo: “Abbiamo speso tanti soldi per questo progetto e per ora i risultati ci danno ragione. Siamo sempre stati consapevoli, insieme all’allenatore Antonio Crespi, delle potenzialità della squadra. Abbiamo scelto di affiancare giocatori di esperienza ai nostri ragazzi, perché lavorassero sulla mentalità, il nostro vero punto debole”, ripetono insieme. Ma il vero segreto dicono, nasce dal rapporto che si è formato nello spogliatoio. Tra i giocatori e la dirigenza stessa, c’è una forte amicizia che ha aiutato la squadra quando, nella stagione passata, le cose non andavano bene.

La scommessa

Hamza Aboufaris, 25 anni, è uno degli acquisti estivi. L’attaccante di origini marocchine “è una bella scommessa vinta” dice il direttore sportivo Marco Lucarini. È a Urbino da quando è piccolo, ha studiato e lavora qui e da settembre 2018 gioca con la maglia gialloblù. La stagione scorsa era in Seconda categoria con il Tavoleto, quest’anno in Prima con i suoi sei gol (tre decisivi) è il miglior marcatore della squadra, insieme a Saine. “Sono molto contento di essere qui: c’è un gruppo fantastico, è più facile giocare così. Il progetto mi ha convinto da subito, non è stato difficile scegliere l’Urbino – continua Aboufaris – ho giocato meno di altri, ma non importa, i gol sono più importanti per la squadra che per me”.

L’attaccante Salifu Saine in azione contro la Fermignanese nel derby vinto 3-0

La freccia

Salifu Saine, sei gol come il compagno di reparto ha 21 anni, compiuti da poco, è nato in Gambia, fa della velocità la sua arma migliore. Grazie alla sua rapidità, attacca la profondità e in campo aperto diventa imprendibile: o segna o gli avversari lo abbattono. Non è un caso, infatti, che abbia già conquistato sei calci di rigore, numeri importanti oltre alle reti diquesta prima metà di campionato. “La stagione sta andando benissimo per me, mi diverto con i miei compagni, che è la cosa più importante. Mi aspettavo un gran campionato già dall’anno scorso. Mi piacerebbe vincere il titolo di capocannoniere, devo recuperare solo cinque reti!”.

Saine è arrivato in Italia nel 2014, all’età di 16 anni, ed è subito entrato nel settore giovanile dell’Urbino. Ha vissuto nella comunità della Onlus La Villetta fino ai 18 anni, quando per legge ha dovuto lasciarla. “Mi hanno mandato a Riccione, ho provato a giocare lì ma non ero felice. A Urbino avevo lasciato tanti amici e Marco mi ha convinto a tornare. Appena ha potuto mi ha offerto un posto da magazziniere e non ci ho pensato un attimo a rientrare”.

Lucarini ha voluto Saine a tutti i costi: “Appena l’ho conosciuto, ho subito stretto un legame forte con lui. È innamorato del pallone e ha grandi doti, meriterebbe anche categorie superiori”. Ed è proprio questo il sogno del bomber: “Io sono un immigrato e sono venuto qui per giocare a calcio. Non voglio fermarmi, voglio arrivare più in alto possibile. Non ho particolari hobby nella vita, se non il calcio: è quello che amo fare”. L’attaccante è fidanzato, ma abita da solo. La sua famiglia vive in Gambia e il fratello in Spagna: “Quando ho le ferie, ne approfitto sempre per andare a trovarlo. Mi manca molto”.

Il timido

A completare il tridente che sta spingendo l’Urbino verso l’obiettivo Promozione – ma attenzione a dirlo, mister e giocatori sono scaramantici – c’è Elhadji Niang, esterno senegalese rapido e di gran forza fisica che ispira le giocate offensive. È un ragazzo timido e riservato, di poche parole, che preferisce far parlare in campo: “Sono molto contento della stagione, ho segnato cinque gol. Ma non dobbiamo fermarci, è il tempo giusto per salire di categoria”.

Anche Niang, come il suo collega e amico Saine fa il magazziniere. È nato nel 1989 in Senegal ed è arrivato in italia nel 2009 a Pontedera, in Toscana. Aveva già giocato con l’Urbino nel girone di ritorno della stagione 2014/15 per poi trasferirsi a Rimini. “Lo conoscevo già da prima, l’avevo notato sul campo e volevo portarlo qui da noi. Ma senza un lavoro non sarebbe potuto arrivare, quando mi si è liberato un posto non ho esitato un attimo. È stato facile per lui a quel punto rimettersi la nostra maglia” racconta Lucarini. Più difficile invece reinserirsi sul campo. Niang è stato lontano dai campi per due anni in quel periodo, ma una volta recuperata la condizione è diventato un punto cardine per la squadra. La famiglia dell’attaccante è in Senegal, il fratello è in Toscana: “ogni tanto ci vediamo, a Natale è stato bello ritrovarlo” conclude Niang.

Alla fine del campionato mancano ancora tredici partite e i punti di vantaggio sulla K Sport Academy, seconda, sono solo tre. “Ancora non abbiamo fatto nulla – dice la squadra in coro – dobbiamo continuare a lavorare per raggiungere l’obiettivo”. La dirigenza, mister Crespi e i giocatori sono scaramantici. La parola promozione la vogliono dire sottovoce, vogliono rimanere concentrati. Per lasciare la Prima categoria dopo otto anni e riaffacciarsi su campionati più importanti, c’è ancora bisogno di tutti, soprattutto ora che la stagione entra nel clou. Per questo, Aboufaris, Saine e Niang non devono smettere di metterla dentro, ora che servono i gol pesanti.

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