di MARIA LETIZIA CAMPARSI
URBINO – Serve più Europa nelle scuole: siamo cittadini europei, non solo italiani. È questo l’assunto che sta alla base del corso “Insegnare l’Europa a scuola”, rivolto ai professori delle scuole medie e superiori di tutte le materie. L’obiettivo è ampliare gli orizzonti mentali e proiettare l’educazione in prospettiva europea, oltre che incentivare la mobilità degli studenti e quindi gli scambi culturali.
Si tratta di formazione-aggiornamento, un progetto che è cominciato a Urbino e sarà riproposto ad Ancona il 3 aprile e a San Benedetto del Tronto il 29 aprile. Per realizzarlo si sono unite per la prima volta la Regione Marche con il suo ufficio scolastico, l’università di Urbino e il Centro Europe direct Marche.
Un’occasione unica per usufruire gratuitamente di lezioni su un temi importanti come l’Unione europea e le opportunità di scambio culturale che questa permette agli studenti. Eppure di tutte le scuole di Urbino e dintorni, in aula erano presenti solo sette professori. Anche se si erano iscritti in 19. Potrebbe però essere dovuto a un problema di organizzazione: le iscrizioni al corso sono state aperte solo dieci giorni fa.
Ma “c’è bisogno di un corso come questo perché su questa materia spesso sono impreparati sia studenti che professori – ha chiarito Gianna Prapotnich dell’Usr – i ragazzi sono ‘euroimpazienti’ non euroscettici: bisogna conoscere i progetti che offre l’Unione europea per permettere loro di esplorare il mondo e conoscere culture diverse”.
La reazione degli insegnanti presenti è stata positiva. “Sono molto contenta di aver partecipato a questo corso – racconta Giuseppina Feduzi, che insegna Economia aziendale all’Istituto omnicomprensivo Della Rovere – le spiegazioni sono state molto utili. Io in classe cerco sempre di integrare la mia materia con nozioni sull’Unione europea, spiegando ai ragazzi come funziona. Penso però che da parte dei docenti ci dovrebbe essere una maggiore attenzione a queste tematiche, spesso ignorate, e all’attualità in generale”. Tra i presenti insegnanti di Italiano, Storia ed Economia, tutti provenienti da scuole della provincia.
La lezione è stata divisa in due parti. La prima, tenuta dalla Prapotnich, illustrava ai professori tutti i progetti ai quali la loro scuola può aderire. Si va dall’Erasmus+ – rivolto anche agli studenti delle scuole superiori – fino agli strumenti di eTwinning, piattaforma informatica che coinvolge i docenti creando una community internazionale, per collaborare in modo semplice e veloce, oltre che per favorire la mobilità e i partenariati strategici.
Ma la mentalità con cui gli insegnanti si approcciano a queste tematiche a volte è sbagliata. “Alcuni pensano che solo chi insegna una lingua straniera debba occuparsi di Europa – spiega la Prapotnich – noi speriamo che questo corso possa tradursi in lezioni concrete a scuola, soprattutto in vista delle elezioni europee di maggio (visto che i maggiorenni voteranno)”.
La seconda parte del corso è stata tenuta da Marcello Pierini, professore di Diritto dell’Unione europea all’università Urbino, con focus sulla storia, sul funzionamento giuridico-istituzionale e sul futuro dell’Unione europea. “A scuola non c’è nemmeno un’ora dedicata a questa materia – chiosa Pierini – ne consegue che abbiamo grandi laureati e dirigenti che non sanno nulla di come funzionano le istituzioni europee. La colpa è sia della scuola sia dell’università”.
Questo non è l’unico progetto pensato dalla Regione Marche e dal Centro europe direct. “È da quindici anni che lavoriamo in questo senso – precisa Pierini, che è anche direttore del centro – da quest’anno scolastico, ad esempio, il liceo Raffaello di Urbino ha aderito a un progetto che prevede per gli studenti formazione sull’Unione europea e alternanza scuola-lavoro all’estero”. Altro progetto è “Alla scoperta della cittadinanza europea”: 28 scuole delle Marche, da Pesaro ad Ascoli, hanno fatto corsi di formazione sull’Unione europea per i ragazzi.