di GIULIA CIANCAGLINI
URBINO – Il sindaco di Urbino Maurizio Gambini li ha chiamati al confronto e i giovani non si tireranno indietro. Mercoledì sera (ore 21) alla sala Raffaello del Collegio in Piazza della Repubblica si prevede una “platea” numerosa, disposta a dialogare e soprattutto decisa a farsi ascoltare.
“Ovviamente noi siamo sempre stati aperti al dialogo e avere ora questa possibilità è una bella cosa”, ha detto Luca Cecchini, presidente del Consiglio degli studenti dell’Università Carlo Bo di Urbino. L’invito del primo cittadino è stato accettato di buon grado ma sorge qualche dubbio: “Purtroppo ci stiamo chiedendo perché il sindaco ha chiesto di incontrarci proprio ora, a un mese dalle elezioni, mentre a gennaio non ha voluto sentire ragioni su questa ordinanza”, ha aggiunto Luca, raccontandoci di avere parlato dell’ordinanza con Gambini in qualità di consigliere aggiunto, durante un consiglio comunale. Ma invano.
La città ducale grazie alla presenza del polo universitario attrae nel suo territorio circa 15.000 studenti. Di fatto, grazie agli studenti, raddoppia la popolazione. Ovviamente, la presenza dell’ateneo seduce i giovani di tutta Italia, che però non potranno – con il voto – esprimere le proprie preferenze per il futuro della città. Sono numerose le associazioni, i collettivi e le assemblee che cercano un modo alternativo per far sentire la propria voce. Quasi tutti mercoledì sera prenderanno parte all’incontro con il sindaco. Tra questi: Urbino Studenti, Saliscendi – Rete degli studenti medi di Urbino, Agorà, Cuspide Siamo Urbino, Sociologica, Studenti di Urbino e Assemblea per il Diritto alla Città.
Gli ultimi, in un post su Facebook, hanno segnalato un errore di “narrazione” da parte dell’opinione pubblica: “Siamo Vandali. Siamo Alcolizzati. Siamo Sbandati. Siamo Pericolosi. La narrazione contro di noi si intensifica ogni giorno e nulla viene fatto per valorizzare le nostre persone e le nostre capacità. Questo è ciò che si ripetono gli urbinati, ciò che arriviamo a ripeterci anche noi. Siamo valvola di sfogo del malcontento della città e perno della campagna elettorale di quei partiti che vogliono fare di Urbino una piccola città-confetto, immobile nella sua perfezione ma priva di vita”. Hanno cercato, nello stesso post, di abbattere questo pregiudizio proponendo una definizione che li valorizzi: “Siamo il potenziale inespresso e soffocato della città”.
La stessa Assemblea è scesa in piazza il 14 febbraio contro l’ordinanza che impone la chiusura degli esercizi commerciali all’interno del centro storico alle 2:00 nei giorni feriali e alle 2:30 nei giorni festivi e che il sindaco ha detto di voler prolungare per altri 60 giorni. “Ridateci la piazza”, “Contiamo anche se non votiamo”: sono alcune delle frasi scritte negli striscioni della protesta in piazza. Le varie realtà studentesche della città hanno saputo dell’invito del sindaco ma prima di organizzarsi vogliono “fare rete” e arrivare compatti all’appuntamento: “Sulle domande al sindaco ci riuniremo per capire come muoverci – ha detto l’associazione Cuspide Sìamo – In questi giorni contatteremo le altre associazioni”.
“Noi non abbiamo ancora organizzato nulla contro l’ordinanza. Ma ci saremo in quanto rappresentanti degli studenti universitari – ha detto Veronica Gentilini, rappresentante degli studenti dell’Università – Gli altri si aspettano che saremo noi a prendere la parola, ed è giusto che sia così”. Quest’anno a competere per la rappresentanza studentesca c’era solo la lista Agorà che tra i rappresentanti ai grandi organi e ai dipartimenti (componenti quindi del Consiglio degli studenti) conta 14 giovani. Saranno presenti in rappresentanza mercoledì sera, come anticipa Alessia Amadori che aggiunge: “Ancora di domande pronte non ne abbiamo, aspettiamo bene di poter prendere una decisione collettiva”.