di CHIARA UGOLINI
URBINO – “Non era violento con loro”, è la giustificazione data dalla madre di due bambini di otto e dieci anni per aver abbandonato i figli con il padre. Ha lasciato un bigliettino, ha preso il cane e se ne è andata di casa, a Cantiano, in provincia di Pesaro e Urbino, senza dire nulla a nessuno. Il marito, una volta scoperta l’esistenza di un nuovo compagno, ha avuto una “forte reazione” e la donna lo accusa ora di stalking.
La vicenda è questa, ed è stata al centro di una udienza ieri al Tribunale di Urbino. Sui dettagli l’accusa e la difesa concordano. Ma il dibattito processuale è tutto sul comportamento dell’uomo e sulla sua “legittimità”. E su questo pm e avocati sono del tutto in disaccordo.
Il pubblico ministero dice che la donna “non si sentiva sicura”, che la scelta di allontanarsi sarebbe nata dalla paura dei “comportamenti minacciosi” che aveva il marito, ma solo nei suoi confronti. Nel gennaio 2017, infatti, l’uomo è stato accusato di lesioni dalla moglie (il procedimento penale è ancora in corso). La situazione non sarebbe cambiata nei mesi successivi, per cui la donna a maggio si è allontanata di nascosto: prima avrebbe cercato rifugio dalla madre, poi si sarebbe trasferita a Reggio Emilia da un uomo, di 35 anni più grande di lei, conosciuto sulla chat Over40 e mai incontrato fino a quel momento.
Nonostante le richieste, la donna avrebbe visto i figli solo in poche occasioni: a casa della madre a Cantiano accompagnati dal suocero e dalla cognata. La comunicazione con i bambini sarebbe stata per lo più telefonica, fino a quando, scoperto dal padre, al figlio più grande sarebbe stato ritirato il cellulare.
Secondo la difesa, invece, la donna non avrebbe mai dimostrato la volontà di mantenere un contatto con i bambini. Abbandonata la famiglia sarebbe andata subito ad abitare con il nuovo compagno nella città emiliana in una casa di 300 metri quadrati e in una condizione in cui l’uomo avrebbe potuto, sottolinea l’avvocato, “vista la sua generosità, ospitare anche i figli di lei”. Dopo la sua scomparsa, il marito l’avrebbe cercata immediatamente, ma solo grazie alla chiamata della polizia lei avrebbe risposto al cellulare.
L’avvocato sottolinea anche che, a causa dell’assenza della donna in questi mesi, l’uomo per occuparsi da solo dei figli non è riuscito a svolgere nemmeno quei pochi lavoretti da idraulico che faceva prima. Solo quando è stato ricoverato a novembre all’ospedale di Urbino per lo “stress”, la donna è tornata a Cantiano per dedicarsi ai bambini. Insieme a lei, però, anche il nuovo compagno.
La presenza dell’uomo emiliano ha suscitato nel marito una reazione che per la difesa si sarebbe limitata a delle telefonate dai toni alterati e che “può essere comprensibile”. “I figli stessi riferivano al padre che i due si baciavano davanti a loro e andavano a letto insieme”, ha detto l’avvocato. Il pubblico ministero, invece, ha riportato degli episodi di pedinamenti e appostamenti da parte del marito davanti alla casa della madre della moglie. Il padre avrebbe anche esercitato sui figli diverse pressioni per ottenere informazioni sulla nuova relazione. A tal proposito, la bambina più piccola avrebbe raccontato all’avvocato dell’accusa di essere stata colpita più volte alle gambe dal padre.
“A Reggio Emilia lei stava bene”, ha però detto alla difesa il nuovo compagno. Ha dichiarato anche di non aver mai incontrato il marito della donna fino a quel momento. Una testimonianza che per l’avvocato della difesa confermerebbe che il reato di stalking non sussiste, perché “non ci sono stati cambiamenti di vita” per la donna. Il motivo per cui la moglie non uscirebbe di casa, non sarebbe legato alla paura di incontrare il marito, ma alla mancanza di vita sociale a Cantiano. “Dopo aver dato via la macchina, gli unici spostanti che fa sono grazie al passaggio del compagno”, ha detto la difesa.
Ora sarà compito del giudice stabilire quale delle due è la parte lesa. Al momento l’accusa chiede un anno di reclusione per l’uomo, mentre la difesa domanda che il marito venga assolto o che il caso venga ridotto a una multa da 258 euro.