di ALICE POSSIDENTE
URBINO – La signora Costantina stacca rapida i biglietti: “Gli uccelli, giusto?”. In coda, alle casse del cinema Ducale, una buona decina di giovani, quasi tutti universitari. Sono tutti lì per il capolavoro di Hitchcock, in versione restaurata dalla cineteca di Bologna e proiettato in lingua originale.
Il Ducale, nel centro storico di Urbino, aderisce al progetto “Il cinema ritrovato al cinema”, che punta a distribuire i grandi classici del grande schermo. Ideato e promosso dalla Cineteca di Bologna, uno dei laboratori di restauro cinematografico più importanti al mondo, il progetto, nato nell’autunno 2013, propone ai cinema aderenti circa 7 – 8 film all’anno, distribuendone in media uno al mese.
Al cinema Ducale hanno aderito all’iniziativa con lo spirito di una mission: “Ci siamo resi conto che i giovani non conoscono la storia del cinema”, dice Costantina, moglie di uno dei proprietari. “Il primo anno abbiamo cominciato con il genere muto, con alcuni film di Charlie Chapin. Sono venuti pochi ragazzi e non avevano mai visto un film in bianco e nero né in muto e ne sono usciti entusiasti!”. Quest’anno, oltre a Gli uccelli hanno già proiettato Jules e Jim e Ladri di biciclette.
Le proiezioni sono accompagnate, prima dell’inizio, da una breve presentazione. Al cinema Ducale a introdurre i film c’è il professor Andrea Laquidara, regista e docente di cinema all’Università di Urbino. “Se nell’era dello streaming, su internet, bisogna sapere prima cosa cercare, il cinema magari propone titoli non così usuali”. In questo modo, il grande schermo dà la possibilità di confrontarsi con la memoria del cinema che “altrimenti rischiamo di perdere”, continua Laquidara. Non è da sottovalutare poi la possibilità di vedere questi capolavori sul grande schermo: diventa un momento collettivo, un rituale in cui ci si vede e si va al cinema insieme. “Sono emozioni che lo streaming (e qualsiasi altra forma domestica) non permettono.”
Anche se il riscontro dal punto di vista commerciale, almeno all’inizio, non è stato remunerativo, tutt’altro. “Perché noi, purtroppo o per fortuna, siamo un’attività commerciale e dobbiamo tener conto anche di questo – continua Costantina – è chiaro però che quando inizia la promozione non ci si può aspettare da subito il successo”. Ma col tempo gli appassionati di cinema hanno cominciato ad apprezzare l’iniziativa, tanto che ora le sale si riempiono. “Beh, si riempiono è una parola grossa, per una realtà piccola come Urbino”, sorride, ma col tempo sono arrivati ad avere 50, 60 spettatori a proiezione “che non sono numeri irrisori”.
Urbino, poi, almeno nel centro storico, risente di essere una città prevalentemente universitaria. “Sulla programmazione siamo un po’ limitati, più o meno proponiamo un classico ogni 15 giorni, ma abbiamo limiti grandissimi: il nostro pubblico è prevalentemente costituito da studenti universitari. La loro presenza qui è collegata con il calendario accademico. Da metà maggio non ci sono più ragazzi”.
Intanto, quando i giovani sono a Urbino, al cinema ci vanno. Anche a rivedere classici già visti, magari a casa e in streaming. Grazie proprio a iniziative come questa.