di FILIPPO CAMPO ANTICO
URBINO – Fare del bene, sempre e comunque. Questo era l’obbiettivo di Chantal Fabbrizi, per gli amici “Chanty”, impegnata nel sociale, stroncata da un infarto nel 2016 a soli quarantadue anni. Il comune di Fermignano non la dimentica: il consigliere incaricato Antonio Romanello ha proposto di dedicarle la sala Coc (Centro operativo comunale) dell’ufficio del gruppo volontari della Protezione civile in Corso Bramante 5. Un’aula in cui si svolgono riunioni d’emergenza e aperta dal sindaco in caso di necessità. La cerimonia di intitolazione sarà domenica 5 maggio: parteciperanno amici, colleghi e parenti.
Il ricordo di Chanty
Morì il 28 giugno del 2016. Quando i suoi compagni di lavoro dell’Imab, azienda specializzata nella produzione di mobili componibili, non la videro presentarsi a lavoro decisero di recarsi a casa sua: Chanty era esanime sul divano. La sera prima di morire era in Protezione civile e aveva lamentato dolori alla stomaco, ma non era andata al Pronto soccorso.
“Lei era la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via. Era sempre pronta ad aiutare gli altri: qualunque manifestazione o necessità ci fosse, lei era in prima fila. Facciamo molta fatica a trovare un’altra persona come lei”, ricorda Emanuele Feduzi, sindaco di Fermignano e amico di Chantal, che aveva conosciuto durante il volontariato in Croce Rossa. Non aveva un compagno, era sola e tutti i giorni andava in Protezione civile, alla quale era stata una delle prime ad associarsi, circa una decina di anni fa. “Non era un personaggio facile: aveva un carattere di ferro. Si sente molto la sua mancanza nel volontariato locale e non solo: era andata anche ad aiutare all’Aquila dopo il terremoto del 2009”, conclude Feduzi.
“Si sente molto la sua mancanza, soprattutto per i miei genitori che non la lasciano mai sola: tutti i giorni la vanno a trovare al cimitero cittadino”, afferma Michele Fabbrizi, il più grande dei due fratelli di Chantal. “La sua passione per aiutare il prossimo è nata quando aveva 22 anni. Mi ricordo che ogni volta che faceva un corso di aggiornamento lo raccontava entusiasta e orgogliosa in famiglia” conclude Michele.