di ELIA FOLCO
URBINO – Una giornata di pioggia, in cui rimanere a casa sembrerebbe la scelta migliore: ma la chiesa di San Domenico di Urbino, di fronte a Palazzo Ducale, è completamente piena, qualcuno deve anche rimanere fuori.
La messa della domenica pomeriggio, stavolta, è diversa da tutte le altre. La reliquia di Santa Rita è arrivata a Urbino alle sei del pomeriggio, accolta dall’arcivescovo Giovanni Tani: è poi seguita una celebrazione del frammento di costola terminata alle 19.30. Ai fedeli è stato concesso di poter adorare la reliquia, portata poi nel monastero di Santa Caterina, dove rimarrà per sempre.
L’iniziativa è nata da una richiesta delle monache agostiniane di Urbino cui le consorelle di Cascia, dove si trova il corpo della santa, hanno acconsentito.
Chi è santa Rita
Margherita Lotti nasce a Roccaporena (Perugia) alla fine del ‘300. Dopo la morte del marito, assassinato in circostanze non chiare, entrò nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena a Cascia, dove dedicò la sua intera vita alla fede e all’obbedienza. Nel 1432 avrebbe ricevuto una stigmata sulla fronte, da una spina della corona con cui Cristo fu crocifisso. Il culto del corpo di Rita iniziò subito dopo la sua morte (1447); ricevette poi la beatificazione nel 1628 e la santificazione nel 1900. Il giorno di Santa Rita è il 22 maggio.
Viene definita la santa dei “casi Impossibili” perché dal giorno della sua morte sarebbe “scesa” al fianco dei più bisognosi, realizzando per loro miracoli prodigiosi, eventi altrimenti ritenuti irrealizzabili.
L’arrivo a Urbino
“Volevamo portare il culto di Santa Rita a Urbino – dice Maria Rosa Bernardini, badessa del monastero di Santa Caterina – anche perché si tratta di una delle sante più conosciute. Noi la consideriamo un modello, in cui tutti possono rispecchiarsi, sia giovani che persone sposate, ma anche genitori, per la sua vita di totale consacrazione al Signore. Fu una donna intrepida e coraggiosa, la cui forza maggiore era l’amore nei confronti di Dio”.
Lo stesso arcivescovo si è detto contento dell’arrivo della reliquia a Urbino: “Un momento molto bello, Santa Rita rimane un importante richiamo alla fede, che può coinvolgere la comunità. Lei è proprio il simbolo della certezza di fede, ci si rivolge a lei nelle situazioni complicate: non a caso è detta la Santa dei casi impossibili. Molti vanno a Cascia per venerarla, ma adesso si muoveranno anche verso Urbino. Devo dire che mi sono emozionato quando ho visto la reliquia raggiungere la piazza, accompagnata dalle note della banda” conclude Tani.