di CLARISSA CANCELLI
URBINO – Un nuovo referendum per Montecopiolo e Sassofeltrio: mentre il Regno Unito dibatte su un possibile secondo voto sulla Brexit, il presidente della regione Marche Luca Ceriscioli è intervenuto in commissione Affari costituzionali al Senato e ha proposto di testare nuovamente la volontà dei cittadini dei due piccoli comuni, che nel 2007 hanno votato per l’addio alle Marche per passare in Emilia Romagna.
Per il governatore quel referendum non è più in grado di esprimere ciò che al giorno d’oggi desiderano i cittadini dei due comuni. Tanto che un mese e mezzo fa dei comitati spontanei si sono organizzati a Montecopiolo e a Sassofeltrio e hanno raccolto, in una settimana, 1000 firme di persone che affermano di voler restare nelle Marche.
“È stato l’ulteriore rafforzamento dell’idea che dopo dodici anni, forse, quelle comunità valutano in maniera diversa questo percorso. Un numero importante di cittadini considera opportuno rimanere – dice il presidente – mediamente dal referendum a oggi votano 730 elettori a Montecopiolo e 732 a Sassofeltrio. A Montecopiolo hanno raccolto 414 firme mentre a Sassofeltrio sono ben 600. Se l’unico presupposto valido in questo percorso è stato la volontà dei cittadini di questi territori, allora si può dire che questa volontà è cambiata”.
Ceriscioli spiega che, a suo giudizio, valutare oggi una secessione di due comuni sulla base di un referendum di dodici anni fa è una forzatura: “L’idea della Regione, suffragata anche da un voto del Consiglio regionale, è quella di ripetere il referendum, per vedere se queste firme, questo lavoro che è stato fatto e questa volontà di passare all’Emilia Romagna ancora ci sono ancora” ha detto nell’audizione.
Il sindaco di Montecopiolo, Alfonso Lattanzi,e quello di Sassofeltrio, Bruno Ciucci, avevano esultato per l’approvazione, avvenuta il 12 marzo alla Camera, del disegno di legge sulla secessione dei due comuni: 343 sì, 95 astenuti e un solo no, quello della deputata Pd Alessia Morani, che aveva considerato un errore “continuare a seguire un referendum del 2007”.
“Io sono sindaco da 10 anni – ha detto Lattanzi, anche lui in audizione – e sono piuttosto esterrefatto dal processo che ci ha condotto oggi a questo incontro. I miei concittadini che hanno fatto il referendum lo hanno fatto in modo costituzionalmente ineccepibile e quindi si aspettavano una risposta, che però non hanno avuto per il comportamento assolutamente discutibile della regione Marche”.
Dopo i sette comuni della Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello) che nel 2009 lasciarono la regione Marche, toccherà ora al Senato approvare o meno la secessione di questi altri due.
L’ipotesi di un secondo referendum, un po’ come quello che è stato spesso paventato nel parlamento britannico dopo il voto sulla Brexit, si fa quindi sempre più reale. I cittadini marchigiani forse la pensano diversamente e, se chiamati di nuovo al voto, potrebbero optare per un remain. Ma se in Gran Bretagna l’idea di una nuova consultazione popolare sembra più una minaccia che una reale proposta, per Ceriscioli è una iniziativa con tutte le carte in regola.