di MARIA PIA PETRAROLI
URBINO – È di Giovanni Bogliolo, rettore dell’Università degli studi di Urbino dal 2001 al 2009, la traduzione del libro vincitore della sesta edizione del Premio Strega europeo 2019, Fratelli d’anima di David Diop. “Tradurre è anzitutto disporsi all’ascolto di un testo, tentare di percepirne le peculiarità più riposte e poi, nel passaggio a una nuova lingua, assecondarne quanto più possibile il movimento”, così Bogliolo nel testo che ha inviato alla premiazione al circolo dei lettori di Torino, dove ha ricevuto un riconoscimento per la traduzione.
Il libro di Diop, scrittore e insegnante di letteratura francese nato a Parigi e cresciuto in Senegal, racconta la storia dei senegalesi Alfa Ndiaye e Mademba Diop, amici e fratelli d’anima cresciuti insieme in Africa. Durante la Prima guerra mondiale i due combattono sullo stesso fronte, quello francese. Poi Mademba, ferito a morte sul campo, chiede all’amico di dargli il colpo di grazia per mettere fine alla sua sofferenza, ma Alfa si rifiuta. Quando infine Mademba muore l’amico viene travolto dal dolore e cede alla follia.
Un libro quindi che mette al centro della sua narrazione la fine tragica di un’amicizia fraterna. Sul lavoro di traduzione svolto Bogliolo ha detto: “Il lavoro di traslazione della lunga confessione del protagonista era già stato fatto mirabilmente dall’autore. Per me si è trattato solo di seguirne la scia, di accompagnare quel testo per il piccolo tratto che serviva a farlo approdare nella nostra lingua”.
Il professore emerito della Carlo Bo, esperto nella traduzione dal francese, ha spiegato al Ducato che conoscere bene la propria lingua, l’italiano, e “avere l’orecchio” sono i segreti alla base del lavoro del traduttore. “Bisogna avvicinarsi al testo il più possibile per farlo rivivere nella nostra lingua”, ha continuato.
Bogliolo è anche autore di diversi scritti. Una delle sue ultime pubblicazioni, intitolata Memorie di Carlo Bo, comprende un’insieme di studi condotti nel corso degli anni su Bo, rettore dell’Università di Urbino dal 1947 al 2001.