Maltempo, il Candigliano esonda in zona Furlo. I residenti: “È mancata prevenzione”

Il parco "La golena" invase dal fiume Metauro
di FRANCESCO COFANO

URBINO, 13 MAG. – Le intense precipitazioni degli ultimi due giorni hanno provocato l’esondazione del fiume Candigliano all’altezza di Furlo, frazione del comune di Acqualagna in cui si trova la Gola che è anche riserva naturale. L’acqua è uscita dagli argini e ha invaso il parco pubblico “La golena”, frequentato da famiglie ed escursionisti durante la bella stagione. Allagato anche l’hotel La Ginestra.

“Nel periodo tra novembre e febbraio succede regolarmente ma è la prima volta in 50 anni che vivo qui che si verifica un fenomeno del genere a metà maggio”, dice una residente.

Per Eric Merlin, cittadino francese che vive al Furlo da un anno dopo averlo a lungo frequentato, nonchè a capo della neonata associazione “Repubblica verde del Furlo” che mette insieme operatori economici e abitanti della zona, il problema è una comunicazione non corretta “tra i comuni che costeggiano il fiume quando si deve spingere il ‘bottone rosso’, cioè chiamare la prefettura per far aprire le paratie della diga”.

“Eppure si sa che il fiume è pericoloso e negli ultimi 15 anni ha creato diversi problemi. Tre anni e mezzo fa il Candigliano si è portato via la strada che è stata riaperta solo l’anno scorso, causando danni economici pazzeschi nel settore turistico ed enogastronomico visto che il Furlo è rimasto isolato per tre anni”, dice Merlin.

“Con un’allerta meteo già prevista si sarebbe dovuto vigilare, sarebbe bastata una minima apertura della diga per far defluire le acque. In questo modo il fiume sarebbe rimasto nel letto sia nella parte alta che nella valle bassa – conclude –  invece adesso è tardi. Se si aprisse adesso dopo l’esondazione si allagherebbe la zona di Fossombrone”.

Non è la prima volta che la località famosa per la sua riserva deve fare i conti con i danni causati dall’esondazione del fiume. Già nel dicembre del 2013 una frana provocata dall’erosione del Candigliano fece sprofondare un tratto della Flaminia che fu poi chiusa. Stessa dinamica nel novembre dell’anno successivo, ma in quel caso i tempi dei lavori di riparazione furono ancora più lunghi.

Per evitare che la riserva venga dimenticata dalle istituzioni l’associazione ha già sottoscritto una petizione su change.org per chiedere un potenziamento della rete telefonica e di internet, “una questione non da poco per la sicurezza”, dice Eric, e ha attivato le procedure presso l’Unesco per chiedere il riconoscimento della Gola del Furlo come patrimonio dell’umanità.

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