di CHIARA UGOLINI
URBINO – Sono diversi gli indicatori che mostrano una chiara tendenza: cresce il turismo di lusso ed è una grande opportunità per i centri storico-artistici, perle del nostro Paese. Ma la città Ducale è in grado cogliere questa occasione? Da una ricerca condotta nel 2018 da Aigo, società di consulenza in marketing e comunicazione, emerge che nei prossimi due o tre anni i luxury travel aumenteranno del 6-10% e secondo il TPT Magazine il turismo di lusso a livello globale arriverà a fatturare 1.2 miliardi di dollari nel 2022.
“In Italia però non abbiamo un’offerta adatta a questo tipo di turismo elitario”, ha detto al Sole24ore Giovanni Bastianelli, direttore esecutivo di Ente Nazionale per il Turismo. Questo tipo di viaggiatori – quelli che se lo possono permettere – sono sempre più esigenti, informati e sensibili a soluzioni di viaggio ecosostenibili. Cercano esperienze esclusive e personalizzate, confort, qualità nei servizi e nei prodotti. Ma, secondo Bastianelli, non riescono a spendere nei negozi a Roma tanto quanto a Londra.
Si guarda all’Oriente
Federico Scaramucci, socio Confesercenti e membro di Assoviaggi, ha provato a fare un passo verso questo mondo, presentando all’evento “Arabian Travel Market”, nella metropoli degli Emirati Arabi Uniti, il progetto “Urbino Incoming a Dubai”. Cogliendo l’occasione dei 500 anni dalla morte di Raffaello nel 2020, la città Ducale è stata inserita all’interno di un pacchetto di città italiane che attraversano le tappe della vita dell’artista. Il Ducato però si è chiesto se la città possa sostenere il confronto, considerando che qui, oltre a una ricettività complessiva lontana dagli standard del lusso, gli esercizi commerciali sono pochi e non di alto livello, se si esclude un ristorante che vanta uno chef stellato.
Urbino nell’ultimo anno ha registrato una grande affluenza di visitatori, italiani e stranieri, grazie anche a una serie di progetti del Comune. Recentemente a Pasqua gli hotel hanno fatto il tutto esaurito e in 40.000 hanno visitato Palazzo ducale sfruttando il lungo ponte fino al Primo maggio. “Ma si tratta di un target medio, non di lusso. È evidente che la città sia più adatta a un turismo europeo – dice Scaramucci – ma il nostro obiettivo è quello di attirare anche un mercato internazionale, consapevoli che deve essere offerta una scelta più varia”.
Convincere il turista a fermarsi
Se la teoria non sbaglia, la pratica però presenta delle falle. Soprattutto se l’intenzione è quella di “far passare” il turista luxury per Urbino o “farlo fermare”. Le strutture alberghiere a quattro stelle offerte dalla città Ducale sono solo tre, due all’interno delle mura e uno a circa due chilometri dal centro. “Non ci sono nemmeno degli alberghi a cinque stelle e gli arabi, ad esempio, non si fermerebbero per una settimana”, aggiunge infatti Scaramucci. Per la felicità della fascia media dei turisti, invece, Urbino è piena di tre stelle e B&B.
Considerando poi solo le strutture di livello più alto, abbiamo notato che i requisiti obbligatori per la classificazione degli alberghi, dichiarati dall’ufficio Servizio sviluppo e valorizzazione delle Marche nel 2017 per gli anni 2018-2022, non sono perfettamente rispettati. In due di questi alberghi dovrebbe esserci un centro benessere, dichiarato anche sul sito web, ma nella realtà mancano spazi e servizi dedicati. Lo confermano dalle reception e gli ospiti stessi con cui Il Ducato ha avuto modo di parlare. “Se fosse verificato, sarebbe un errore grossolano – risponde Giada Pucci, dell’ufficio del Turismo della Regione Marche – potrebbero essere sanzionati per mancanza di trasparenza”.
È proprio questo ufficio a occuparsi di controllare che i requisiti obbligatori dichiarati dagli albergatori siano coerenti. Se prima questo monitoraggio avveniva periodicamente, adesso l’ufficio dà la precedenza ai reclami degli ospiti, alle richieste dei proprietari per un eventuale aumento delle stelle o a quelle di apertura di una nuova struttura. Pucci specifica però che alcuni edifici possono essere esentati da modifiche in teoria obbligatorie, quando sono beni storico-artistici tutelati. Alcune strutture di Urbino potrebbero essere tra queste, soprattutto quelle situate nel centro: questo spiegherebbe perché le camere a volte sono molto piccole o perché venga dichiarata la presenza di solarium che in verità non è altro che un piccolo balconcino con due sdraio. Dettagli che un turista passeggero o senza troppe pretese potrebbe non notare. Ma un arabo abituato a determinati comfort?
“Dipende da quello che il cliente cerca. La città Ducale è famosa per il suo livello culturale – riflette Pucci – il turista arabo che viene a Urbino potrebbe non aver voglia del lusso sfrenato”. E quindi speriamo che possa chiudere un occhio.