di FEDERICO SOZIO
URBINO – Presentarsi in banca per riscuotere un assegno avuto da un cliente e trovare un conto corrente vuoto. È successo a Giovanni Ricci, un sessantenne negoziante di arredamento a Fossombrone che, dopo aver venduto mobili per 40 mila euro, si è ritrovato con in mano un assegno scoperto da oltre 36 mila euro. Ricci ha denunciato i presunti truffatori – due soci in affari e un piccolo imprenditore con i suoi due figli – che ora sono sotto processo davanti al Tribunale di Urbino.
Al centro della vicenda la vendita di uno stock di mobili – tra cui alcune cucine – per cui Ricci avrebbe dovuto ricevere 40.000 euro. I fatti risalgono all’aprile del 2014 quando un conoscente, Daniele Rinaldi, presenta al negoziante due uomini, Daniele Lorenzoni e Maurizio Mazzotti, all’epoca dei fatti residenti a Ravenna e Forlì, interessati all’acquisto di un lotto di mobili e cucine che si trovavano in un magazzino di Fossombrone.
Dopo aver pagato un acconto, regolarmente incassato da Ricci, Lorenzoni e Mazzotti pagano la somma restante di 36.234 euro con un assegno, che inizialmente viene riconsegnato dal negoziante per irregolarità nella compilazione. L’assegno viene così ripresentato alla vittima dopo pochi giorni, ma nel momento della riscossione il conto corrente a cui fa riferimento risulta privo di fondi.
I due uomini, con lo stock di mobili e cucine ormai in loro possesso, successivamente li rivendono a prezzi nettamente inferiori. Ricci denuncia non solo i due truffatori ma anche Daniele Rinaldi – insieme ai suoi figli Filippo e Federico, accusati di truffa per aver collaborato materialmente alla trattativa e al trasporto dei mobili da Fossombrone a Forlì – con l’accusa di aver fatto da tramite nella conoscenza tra i due uomini e la vittima.
Il processo è iniziato ufficialmente il 14 novembre 2017. L’ultima udienza si è tenuta il 28 maggio: la vittima è stata ascoltata dal giudice che ha deciso il rinvio del processo al prossimo 28 gennaio per ascoltare altri testimoni dell’accusa.