di MARIA PIA PETRAROLI
URBINO – “Il piano è: studiare e imparare molte cose qui in Italia e poi tornare indietro per aiutare il mio Paese”. Georgios Poyiatzis, 25 anni, originario della Repubblica di Cipro, studia Pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino e il suo sogno, dopo la laurea specialistica, è quello di riabbracciare la sua famiglia e i suoi amici, ritornare dalla sua gente e aiutare nel suo piccolo, con la sua arte, a ridurre le grandi differenze politiche che dividono il Paese.
Il suo talento ha già ottenuto un riconoscimento: con una delle sue opere, Homeless, ha vinto il premio degli artisti al Festival del ritratto italiano, ospitato dalla città di Pescara dall’11 al 18 maggio. La vittoria è arrivata dopo una selezione che ha coinvolto gli studenti di tutte le accademie d’Italia e dopo essere arrivato in finale con altri 19 ragazzi. Il suo lavoro raffigura un senzatetto intento a fare una benedizione ed è ispirato a reali fatti di cronaca del suo Paese, in particolare al dramma che vede coinvolti gli “homeless”, spesso bruciati solo per divertimento. “La mia soddisfazione più grande è quella di aver avuto l’occasione di rappresentare e denunciare a modo mio una situazione crudele, a dispetto di quanto accade spesso nel mondo dell’arte, dove si raccontano situazioni più belle. Ho avuto la possibilità di parlare per il mio Paese e di raccontare questa violenza”.
Al Ducato Georgios spiega che quest’opera, così come tutte le altre realizzate finora, è stata creata utilizzando la fuliggine, materiale prodotto da combustioni di vario tipo, quindi dal fuoco, lo stesso che brucia il protagonista del suo ritratto. “Uso questa tecnica per mettere in risalto i temi tipici dei miei lavori, ossia la guerra, la violenza e tutte le sofferenze riconducibili alla mia terra d’origine”.
Lo studente cipriota vive a Urbino da quattro anni. “Fin da piccolo ho sempre sognato di venire in Italia perché la storia dell’arte è nata e si è sviluppata qui. Poi ho scelto di studiare proprio a Urbino perché ho vinto una borsa di studio, quindi per una questione economica soprattutto. Stando qui ho comunque scoperto che quest’Accademia è molto più avanti di tante altre che ci sono in Italia, sono molto soddisfatto”.
Al di là della sua passione per l’Italia, la storia dell’arte e il suo percorso di studi, Georgios non ha certo dimenticato tutto quello che si è lasciato alle spalle quattro anni fa. Infatti a Cipro, dove è deciso a tornare subito dopo la fine dell’Accademia, c’è tutta la sua vita: i suoi genitori, i suoi compagni, il popolo cipriota che un giorno spera di aiutare. “I sentimenti per il mio Paese sono molto forti e il fatto che me ne sia andato probabilmente ha reso ancora più forte il mio attaccamento a questa terra. Io sono del Sud, l’area libera di Cipro, ma i miei genitori sono originari del Nord, l’area occupata: da adolescenti, dopo l’invasione militare turca, sono stati cacciati e hanno quindi cercato e trovato rifugio nella zona meridionale”.
Il suo pensiero è rivolto soprattutto ai ciprioti del Sud, divisi a loro volta da diverse ideologie politiche. Il suo obiettivo è quello di rendere”amici” ciprioti e turco-ciprioti, cosa che intende fare non attraverso la politica o attività collaterali, ma solo ed esclusivamente attraverso la sua arte. Arte che lui stesso definisce come “mezzo popolare”, in grado di comunicare e far comprendere a tutti temi importanti e spesso difficili da spiegare con le parole.