Il Consiglio comunale cambia mentre si insedia: Tempesta rinuncia, al suo posto Guidi

Il consiglio comunale del primo aprile
di FRANCESCO COFANO

URBINO – Uno dei consiglieri di maggioranza, Lorenzo Tempesta, avrebbe rinunciato all’incarico per motivi non ancora noti. Non è la prima modifica subita dal neonato Consiglio comunale: tre assessori, i riconfermati Roberto Cioppi Giuseppina Maffei e la debuttante Marianna Vetri, avevano già rinunciato al posto dopo la nomina in Giunta. Tutto questo a tre giorni dal primo appuntamento ufficiale con cui si aprirà la nuova legislatura del Maurizio Gambini bis, il Consiglio comunale previsto per giovedì alle 17 nella Sala Serpieri dell’ex Collegio Raffaello. Nell’occasione le istituzioni che amministreranno Urbino nei prossimi anni prenderanno ufficialmente forma: l’Assemblea si insedierà e verranno ufficializzati i suoi componenti, si voterà il designato allo scranno di Presidente del Consiglio e sarà nominata la Giunta.

Ma, come detto, tra i componenti del consesso di Sala Serpieri ci sono passaggi di consegne prima ancora che l’Aula si riunisca per la prima volta. Dopo il caso Vittorio Sgarbi – escluso inizialmente dalla squadra di governo e per questo intenzionato a tagliare i ponti con la città ducale, salvo poi essere nominato co-sindaco con delega alla cultura – che ha animato i giorni successivi alla vittoria di Gambini, quella di Tempesta è la prima vera defezione tra i seggi del Consiglio.

Eletto nella lista Liberi per Cambiare, forte delle sue 111 preferenze era entrato in Consiglio come primo dei non eletti insieme a Orfeo Clini e Luca Guidi, dopo le dimissioni dall’Assemblea di Maffei, Vetri e  Cioppi, scelti da Gambini per formare la squadra di governo.

Secondo indiscrezioni che filtrano da ambienti comunali Massimo Guidi, primo candidato della lista in ordine di successione con 94 preferenze, avrebbe già ricevuto  sabato scorso la lettera di convocazione per la riunione di giovedì 13. Il passaggio di testimone si arricchisce con una curiosità su un piccolo giallo nelle urne dovuto all’omonimia di Massimo con Luca Guidi, un altro dei candidati. Secondo il regolamento, infatti, perché una preferenza sia valida in questo caso si deve specificare il nome del candidato di lista.

“Già il giorno delle votazioni alcuni presidenti di seggio mi avevano riferito che molte preferenze erano state annullate perché sulla scheda era scritto solo ‘Guidi’ – dice Massimo Guidi raggiunto al telefono – Anche nei giorni successivi molta gente mi ha fermato per strada dispiaciuta per il voto nullo. Ho perso qualche decina di voti, solo sette nel mio seggio di Gadana”. Ma ora in Consiglio dovrebbe entrare lo stesso.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi