di FEDERICO SOZIO
URBINO – Sono trascorsi tre mesi da quando il canile Ca’ Lucio di Urbino è passato in mano ai volontari dell’associazione “Gli Amici di Pluto e Silvestro”. Un impegno costante e quotidiano che, da marzo, ha portato a 33 adozioni totali, di cui 4 fuori dalle Marche. E la gestione è stata prorogata fino a settembre, una decisione presa dall’Unione Montana ma non ancora ufficializzata.
Nel 2018 le adozioni relative al rifugio sono state 77, mentre 15 quelle del canile sanitario per un totale di 92. Attualmente sono 74 i cani ospitati, il tutto finanziato dall’Unione Montana e dai 29 Comuni che la compongono. Contribuiscono a seconda della maggiore vastità di territorio e densità di popolazione. “Il comune di Urbino, in particolare, sostiene economicamente 23 cani con una spesa complessiva di circa 27.000 euro all’anno” spiega Daniel Luis Bartolucci, responsabile dell’area tecnica manutentiva dell’Unione Montana. Il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, ha dichiarato: “Proroga o non proroga, non mi interessa. Il canile è gestito dall’Unione Montana e tutti i vari sindaci faranno quello che credono. Il canile non è del comune di Urbino”.
Il lavoro di operatori e volontari
“Molto spesso si lucra sui cani. Lo scopo del canile è quello di essere un temporaneo ricovero per arrivare all’adozione – spiega l’operatrice Giovanna Foglietta – ma è un lavoro non facile. A volte arrivano senza microchip e si cerca il proprietario, spesso però entrano qui perché abbandonati e anche maltrattati. Per le adozioni si segue un iter: foto e video del cane pubblicati sui social, indicando dove e quando è stato trovato l’animale per risalire al suo proprietario. In alternativa viene fatto un appello con l’obiettivo di arrivare il prima possibile a un’adozione”.
All’interno della struttura – aperta al pubblico il lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 11:00 alle 15:00 – gli operatori sono due, assieme a loro, a turni, ogni giorno lavorano una decina di volontari dell’associazione “Gli Amici di Pluto e Silvestro”: “La mattina arrivo alle otto e do da mangiare a tutti i cani – racconta Pierluigi Sonzini, giovanissimo operatore del canile – pulisco le gabbie e il cortile, poi arriva Giovanna così possiamo darci una mano e quando abbiamo finito iniziamo a fare lavori di manutenzione e altri lavoretti, controlliamo se tutti i cani hanno acqua e cibo. Semplicemente cerchiamo di farli stare bene nel migliore dei modi possibile”.
[aesop_gallery id=”278047″]Le “adozioni del cuore”
Come raccontano i volontari tutte le femmine nella struttura sono sterilizzate e ci sono casi di cani epilettici che hanno trovato una famiglia. E’ un tipo di adozione chiamata “del cuore”, come quelle che riguardano anche i cani più anziani. Molte persone li accolgono per dare loro la possibilità di vivere gli ultimi anni con una famiglia. Come il caso di Rocco, un meticcio di 15 anni, che dopo una vita di canili ha trovato finalmente una casa dove poter vivere serenamente. Oppure il caso di Isotta, che a 15 anni lascerà la struttura nei prossimi giorni, anche lei avrà finalmente una famiglia.
Bullo ha tre zampe, è un ‘cucciolone’ trovato a Sassocorvaro e adottato da un ragazzo rimasto sulla sedia a rotelle dopo un incidente stradale, il cui desiderio è quello di andare a passeggio insieme al suo cane. Poi c’è la storia di Billy, un meticcio di 13 anni, che ha trascorso un’intera vita in un pollaio nel guano delle galline.
Una vita in gabbia
Passeggiando tra le cucce e le gabbie del canile ci si accorge come molti cani siano spaventati e timidi, come nel caso di India di 10 anni che non esce quasi mai dalla sua cuccia, impaurita. O come nel caso di due cani pastori maremmani, Prezzemolo e Dolce, definiti “fobici”: “Forse sono stati maltrattati, non ne ho idea, ma vederli così grandi e spaventati è davvero brutto”. Molti hanno fratelli e sorelle sparsi all’interno della struttura: “Ogni volta che entro nelle gabbie mi abbracciano, sono come persone”.
“La gente arriva qui e pensa di trovare i cani che ti saltano addosso per farti le feste – spiega Pierluigi – ma cosa vuoi aspettarti? Sono tutti cani che hanno subìto maltrattamenti o sono stati abbandonati, noi abbiamo un educatore che ci aiuta togliere loro le paure”.
E alla domanda sul perché alcuni di loro non vengano adottati: “A volte me lo chiedo anche io. Forse perché alcuni sono troppo timidi e impauriti, ma con un po’ di amore e passione si riesce a fare tutto. O forse è una questione di fortuna, alcuni cercano un determinato tipo di cane. È sempre difficile trovare il cane giusto per la persona giusta”.
L’appello dei volontari è importante: “Chiunque voglia darci una mano è il benvenuto, abbiamo bisogno di altri volontari. Non siamo mai troppi”.