di FRANCESCO COFANO e FRANCESCA DE MARTINO
URBINO – “Ho avuto abbastanza difficoltà, non erano tracce che sapevo fare”. “La difficoltà maggiore era scadere nel banale ma spero di averla fatta il meglio possibile”. Soddisfazione e delusione si mescolano nelle sensazioni degli studenti appena usciti dall’Istituto superiore Raffaello dopo aver svolto la prima prova dell’esame di maturità, il classico tema di italiano. C’è chi si lamenta per la difficoltà delle tracce, chi invece recrimina con se stesso per non aver dato il massimo nonostante i temi fossero abbordabili. Molti però sono soddisfatti, nonostante la tensione dei primi minuti.
Tra le sette tracce proposte dal Ministero, la più gettonata tra i maturandi di classico, linguistico, turistico e tecnico economico sembra essere quella di attualità sulla figura di Gino Bartali, il grande ciclista che durante la Seconda guerra mondiale salvò centinaia di ebrei dalla deportazione e per questo ha ricevuto dallo stato di Israele l’onorificenza postuma di Giusto tra le nazioni.
Graditi anche i temi argomentativi, che da quest’anno sostituivano il saggio breve, come il valore dei beni culturali, da analizzare partendo dal libro dello storico dell’arte Tomaso Montanari “Istruzioni per l’uso del futuro”, e il concetto di progresso, che riprende L’illusione della conoscenza di Steven Sloman e Philip Fernbach.