di Alice Possidente
PESARO – Che gli italiani si informino sempre meno sfogliando i giornali di carta non è una novità. Quello che sorprende, forse, è che la televisione, in Italia, è ancora la fonte di informazione preferita. Al secondo posto la rete, in costante crescita. Una forbice, quella con la carta stampata, che si va allargando ogni anno di più. Gli italiani si rivelano essere anche “affamati” di cultura. Lo strumento tecnologico più utilizzato per cercare informazioni è lo smartphone. Per i giovani, soprattutto, è indispensabile. Riguardo alle mete culturali preferite dagli italiani in viaggio (argomento cardine del Festival culturale che si tiene in questi giorni tra Pesaro Fano e Urbino) i luoghi preferiti sono le città d’arte.
Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine condotta dall’osservatorio News-italia “Come si informano gli italiani. Pubblici, media, prodotti culturali”, condotto dal Laboratorio di Ricerca sulla Comunicazione Avanzata (Larica) dell’Università di Urbino. Il sondaggio, presentato oggi a Pesaro durante la prima giornata del Festival del giornalismo culturale, è stato effettuato attraverso interviste telefoniche su un campione di 1002 persone.
L’osservatorio, ogni anno, dal 2010, monitora e descrive i cambiamenti dell’ecosistema dell’informazione. Quest’anno l’analisi è stata effettuata sui temi dell’informazione in generale e sull’informazione culturale, con particolare attenzione al tema del viaggio.
Buona maestra televisione
Tre intervistati su quattro (l’80% del campione) hanno dichiarato di utilizzare la rete per informarsi, ma la fonte d’informazione preferita dagli italiani rimane la televisione, utilizzata all’87% del campione. Ancora cattive notizie, invece, per la carta stampata. Gli italiani preferiscono i giornali soprattutto nella forma del quotidiano online mentre il cartaceo sembra ormai ricoprire un ruolo marginale. In dieci anni, i quotidiani comprati in edicola hanno perso quasi la metà dei lettori abituali: oggi meno del 35% della popolazione si informa attraverso i giornali di carta.
Interessante notare come, parallelamente alla crescita costante dell’utilizzo di siti web di quotidiani nazionali e locali e di siti specializzati su un determinato tema, cresca costantemente anche l’abitudine di informarsi attraverso le cerchie ristrette su Facebook. È un dato significativo perché si tratta di un’informazione filtrata attraverso canali costituiti principalmente da amici e parenti. Si tratta di un dato rilevante, in quanto sottolinea che persino su una piattaforma che, potenzialmente, mette in contatto reciproco milioni di utenti, editori, testate giornalistiche ed
esperti si dà più importanza alle informazioni che circolano tra pari, attraverso il concetto quanto mai attuale del passaparola.
“Sembra che pure sul web ci sia l’idea di riportare quello che in Italia negli anni ’70 era stata chiamata ‘Unità di vicinato'” ha detto la direttrice del Festival del giornalismo culturale Lella Mazzoli durante la presentazione dei dati del report durante la prima giornata del Festival a Pesaro. “Il richiamo del concetto di ‘quartiere’ è molto presente anche tra i giovani – ha continuato la direttrice -. Si tratta di un elemento importante perché fino a qualche anno fa sembrava che il concetto stesse per sparire”
Chi si informa attraverso la radio, invece, dichiara che il notiziario resta la fonte principale d’informazione anche se il podcast ha ottenuto un incremento crescente negli ultimi anni.
In ogni caso, ha fatto notare il professore Giovanni Boccia Artieri “gli italiani hanno ‘diete polimediali’. Solo l’8% utilizza un solo medium per informarsi”.
Gli italiani sempre più “affamati” di cultura
Buone notizie riguardo alla “fame di cultura”, crescono gli italiani che vanno alla ricerca di informazioni su prodotti e eventi culturali. L’84 % (percentuale in aumento rispetto all’anno precedente) degli intervistati, infatti, ha dichiarato di cercare informazioni a riguardo. Ci si informa soprattutto su cinema, serie tv, arte, patrimonio culturale, musica e concerti. Meno su libri e fumetti e teatro, ultimi in ordine di interesse, i videogiochi.
L’indagine ha diviso gli intervistati in quattro tipologie, in base al loro approccio ai vari temi della cultura: i selettivi (42%), interessati a pochi temi ma con una frequenza di ricerca di informazioni abbastanza alta; i voraci, interessati a molti prodotti ed eventi culturali, con una frequenza di ricerca di informazioni alta; gli affamati, con molti interessi differenti ma una frequenza di ricerca delle informazioni con frequenza minore; gli inappetenti, che si informano poco o niente su temi riguardanti la cultura.
Dai risultati è emerso che i voraci sono mediamente più giovani mentre gli inappetenti più anziani. I selettivi sono soprattutto uomini mentre gli affamati sono in maggioranza di genere femminile.
Per quanto riguarda la frequenza con cui ci si informa sui temi culturali, un terzo del campione dichiara di farlo qualche volta a settimana, un dato costante rispetto alla rilevazione dell’anno precedente. Cresce invece la percentuale di chi si informa assiduamente sulla cultura una o più volte al giorno. Al contrario, rispetto al rapporto 2018, calano leggermente le percentuali di chi si informa di rado (una volta al mese o meno di una volta al mese) oppure mai.
Cultura e viaggi, con in mano lo smartphone
Pertanto, chi è “affamato” di cultura cerca informazioni sempre più spesso. Questo interesse crescente potrebbe essere attribuito, secondo un’ipotesi formulata nel rapporto, alle iniziative di promozione culturale adottate dal Mibact, come ad esempio le campagne di promozione del consumo culturale condotte negli ultimi tre anni e l’erogazione del bonus cultura, che potrebbe avere influito sui consumi culturali di tutta la famiglia. I giovani sono mediamente più alla ricerca di informazioni culturali, mentre chi prova disinteresse quasi totale ha età media più alta.
Riguardo all’utilizzo delle tecnologie, tre italiani su quattro usano uno smartphone, strumento di comunicazione e connessione a Internet più diffuso tra la maggioranza della popolazione. Circa il 40% degli intervistati utilizza lo smartphone per ascoltare musica. Lo smartphone è uno strumento indispensabile per i giovani: tutti ne possiedono almeno uno e lo utilizzano con un’intensità maggiore rispetto alle altre fasce d’età.
“La spesa per smartphone è aumentata di circa il 220%, nonostante la crisi. Si risparmia su tutto, ma non sulle tecnoligie digitali”, ha detto Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.
Spostando invece l’attenzione sul rapporto tra il viaggio e la tecnologia, il 77,5% del campione ha detto di utilizzare internet per cercare informazioni sui viaggi.
“Abbiamo scelto di affrofondire il rapporto dell’informazione e il viaggio perché ci siamo accorti che quando si parla di cultura gli italiani riconoscono nel viaggio la voglia di conoscenza” ha detto la professoressa Mazzoli.
Sono sempre i giovani i protagonisti nell’utilizzo di internet anche nell’organizzazione dei propri viaggi. Le città e i borghi d’arte sono le mete preferite, mentre le realtà espositive e museali vivono una dicotomia interna: se da un lato la visita di un museo diventa il pretesto per organizzare un viaggio per la metà degli italiani, dall’altro questa percentuale si riduce se ci si riferisce all’arte contemporanea.