di VALERIO SFORNA
URBINO – Resta chiusa la mensa del collegio Tridente in attesa dello sblocco da parte dell’Asl, che potrebbe arrivare già domani o al massimo giovedì. Intanto continuano le attività di pulizia e sanificazione degli ambienti prescritte dal Servizio igiene degli alimenti e nutrizione dell’area Vasta 1. “Stiamo collaborando con le autorità competenti e aspettiamo che la sospensione delle attività, cautelativa e temporanea, venga sbloccata”, dice Luigina Valdarchi, responsabile del servizio mensa.
La vicenda
Venerdì 22 novembre, intorno alle 16 del pomeriggio, una ragazza ha iniziato ad avvertire crampi allo stomaco e vomito. Portata dagli amici al Pronto soccorso di Urbino è stata ricoverata per una presunta intossicazione alimentare. Come lei almeno altre 19 persone (il numero esatto dei ricoverati resta da chiarire, anche perché molti studenti si sono rivolti nelle strutture di Fano, Pesaro o limitrofe) si sono presentate con gli stessi sintomi all’ospedale e tutte avevano pranzato alla mensa universitaria del Tridente. Non sono ancora chiare le cause dell’intossicazione, ma tutti i ragazzi dicono di aver mangiato i piselli. I servizi del Dipartimento di prevenzione, già nella notte di venerdì, hanno aperto un’indagine e hanno effettuato campionamenti dei residui del pasto. Oltre al cibo sarà analizzato il materiale fecale dei ragazzi con la coprocoltura. I risultati degli accertamenti sono attesi per il weekend.
I numeri delle mense
La mensa del Tridente è gestita, come quella del Duca e la Campus, dall’Ente regionale per il diritto allo studio (Erdis). Sono 500.000 i pasti annui serviti dalle tre strutture con una media giornaliera di 2.300 servizi (così distribuiti: Tridente 650 persone servite a pranzo e 650 a cena; Duca 650 a pranzo e 150 a cena; Campus 120 a pranzo e 80 a cena). La capienza è di 884 posti a tavola così suddivisi nelle tre mense: Tridente 442; Duca 262; Campus 180.
Servizio mensa: promosso, bocciato o rimandato a settembre?
Cosa ne pensano gli studenti che ogni giorno usufruiscono del servizio? “La chiusura della mensa del Tridente per me è un grande disagio, perché venire a questa in centro (Duca, ndr) mi spezza la giornata”, dice Michele Franco, studente del secondo anno all’Università di Urbino. Venerdì anche lui ha pranzato al Tridente ma se l’è cavata con un brutto mal di pancia: “Ho passato una nottataccia in bagno, ma mi è andata bene”.
Un po’ di malumore, dopo i fatti della scorsa settimana, serpeggia tra i ragazzi e giudizi sono in alcuni casi duri: “Mangiamo sempre qui, sia a pranzo che a cena, e da quando veniamo abbiamo sempre mal di pancia ed eruzioni cutanee. Conosciamo uno dei ragazzi ricoverati venerdì scorso e per noi il servizio mensa è pienamente bocciato”, sentenziano Matteo Orani e Fulvio Trombetti.
Oggi il menù prevede spaghetti alle vongole e bocconcini di pollo, e a non tutti dispiace mangiare a mensa: “Io promuovo il servizio, il rapporto qualità-prezzo non è male. Certo le verdure a volte non sono il massimo e i piatti si ripetono spesso, ma dobbiamo considerare che è una mensa universitaria e non il Grand Hotel”, dice Luca Santolillo.
Fuori dalla mensa del Duca, dove per via della chiusura momentanea del Tridente si riversano anche tutti gli ospiti dei collegi, girano anche congetture e ipotesi sull’intossicazione. “Le cause potrebbero essere varie, ricordo che venerdì è saltata la corrente al Tridente perché la tessera della mensa non passava – racconta Noemi Cazzato – potrebbe essersi scongelato un freezer con dentro le derrate alimentari. Queste sono soltanto ipotesi. Io mangio tutti i giorni qui e se mi devo lamentare di qualcosa forse sono le porzioni col contagocce. Nonostante i fatti di venerdì non me la sento di bocciare il servizio, piuttosto lo rimando col debito a settembre”.
Giovedì l’incontro col direttore dell’Erdis
Giovedì il direttore dell’Erdis Marche, Angelo Brincivalli, sarà a Urbino per incontrare i rappresentanti degli studenti e parlare di questa vicenda e del servizio in generale. “Abbiamo incontrato ieri una delegazione di studenti – dice Sofia Vaccari, presidente del Consiglio degli studenti – c’è molto malcontento che non bisogna affrontare in maniera disfattista. Gli studenti chiedono maggiore cura e attenzione partendo dalle piccole cose come ad esempio le tovagliette per i vassoi e i contenitori in plastica per i pasti d’asporto. L’incontro servirà a chiarire la situazione”. L’incontro non sarà solo la consegna di un cahiers de doléances ma c’è, da parte degli studenti, la volontà di risolvere la questione in maniera costruttiva per salvaguardare un servizio che, visti anche i numeri, risulta essenziale per la comunità universitaria urbinate. Per fare questo il Consiglio degli studenti ha pubblicato online un questionario per mettere in luce le principali criticità del servizio.