di CHIARA UGOLINI
URBINO – Truffa e sostituzione di persona, queste le accuse che il pubblico ministero Enrica Pederzoli rivolge a Riccardo Lavuri. Secondo il pm infatti l’uomo, sotto la falsa identità di Claudio Gori, ha fatto credere al punto vendita Unieuro di Urbino di essere un rappresentante dell’azienda Sisal, che si occupa di servizi di pagamento, segnalando che uno dei terminali utilizzati presentava dei problemi. Le operazioni indicate da Lavuri, necessarie per “riallineare l’apparecchio”, strumento simile a un pos che permette di fare ricariche telefoniche, pagamenti di bolli auto o bollettini postali, secondo l’accusa sono servite invece per fare tre ricariche da 987,65 euro ciascuna su più carte prepagate. Il tutto fatto al telefono.
È successo il 14 marzo 2017. Prima Lavuri, sostiene l’accusa, ha contattato il negozio del centro commerciale di Santa Lucia con un’email. ” Il messaggio di posta elettronica, firmato dall’accusato, era molto simile a quelli inviati da Sisal – dice il direttore del centro commerciale Paolo Dottori chiamato alla sbarra dei testimoni al tribunale di Urbino – in quei giorni poi il terminale presentava dei problemi, per questo il personale del punto vendita si è fidato”. “Lavuri ha chiesto di essere contattato telefonicamente per potersi collegare al dispositivo – aggiunge Dottori – si è presentato come un tecnico molto preparato, conosceva tutti i dati, diceva che avrebbe risolto il problema del terminale”. “Questo signore sembrava al corrente di tutta la contabilità – testimonia anche Daniela Duca, dell’amministrazione, che è stata la prima a leggere l’email – sapeva i numeri del protocollo, faceva riferimento a numeri precisi”.
Secondo la tesi dell’accusa contatto e truffa sono avvenute lo stesso giorno, sempre in via telematica. Convinti che si trattasse di un vero tecnico della Sisal, i dipendenti del punto vendita hanno eseguito le operazioni indicate da Lavuri convinti che avrebbero sistemato l’apparecchio utilizzato per i pagamenti. Dopo pochi minuti però si sono resi conto dell’inganno, quando hanno ricevuto la fattura di ricariche a più carte prepagate dal valore totale di quasi tremila euro.
La prossima udienza, in cui il pm porterà a testimoniare altre due persone, sarà il 22 settembre 2020.