“Suonavamo per fare due spicci”. Il Diavolo & l’Acqua santa, il gruppo urbinate al festival Musicultura

di LUCA GASPERONI

URBINO – “Non c’avevamo una lira e volevamo fare due soldi suonando in giro, anche perché nella vita sappiamo fare solo quello”. Si presentano così, tra ironia e sberleffi, i musicisti del Diavolo & l’Acqua Santa, gruppo rock urbinate chiamato a rappresentare le Marche alla 31° edizione di Musicultura, festival della canzone popolare e d’autore che si tiene a giugno a Macerata.

Una grande opportunità dopo una lunga carriera passata a rincorrere i palchi di tutta Italia con 130 date all’anno. La band, infatti, è stata scelta tra i 53 artisti che si giocheranno il premio finale: 20.000 euro e la produzione di un disco. Faranno parte della giuria musicisti del calibro di Vasco Rossi, Claudio Baglioni, Brunori Sas, Niccolo Fabi e Willie Peyote.

Quattro trentenni: Thomas Reggiani “Brillantina” , voce e chitarra, Diego Brancaccio “Master” al pianoforte, Manuel Benedetti “Missi” al contrabbasso  e Lorenzo Cecchini “Denver” alla batteria. Tutti originari di altre città marchigiane (Pesaro, Pergola e Mercatello sul Metauro), ma urbinati di adozione. “Urbino è esattamente in mezzo a tutti noi  – spiega Thomas – alla fine tra università e scuole tutti e quattro per un motivo o l’altro ci abbiamo vissuto, ci sentiamo rappresentati”.

Come è nato tutto?

DIEGO: Alla Coop 10 anni fa (ride ndr). All’inizio eravamo in due, io e Tommy, piano e voce, dopo quattro anni sono arrivati Lorenzo e Manuel. La motivazione? Business, non c’avevamo una lira e dovevamo fare due soldi anche perché sappiamo fare solo quello. Adesso viviamo nel furgone, siamo sempre in giro per cover, serate swing e concerti nostri.

Qual’è la storia, come è nato il nome del gruppo?

THOMAS: All’inizio, prima ancora di fare duo con Diego, suonavo con un ragazzo che era credente e faceva parte di un’associazione cattolica. Non avevamo ancora un nome ufficiale e un giorno un tipo prima di suonare ci guardò e disse scherzando: “Eccoli, il diavolo e l’acqua santa”. Il nome poi è rimasto.

Quali sono i ruoli e le dinamiche del gruppo? Ognuno faccia l’identikit di un altro.

DIEGO: Tommy è un gran stronzo, è antipatico. Tutt’ora dopo dieci anni non l’ho ancora mai visto ridere, potrebbe essere anche sdentato per quanto ne so. Lui è il boss, il re del business, in sostanza quello che ci dà la paghetta settimanale.
THOMAS: Manuel è l’ultimo arrivato e ci ha dato un grande aiuto. Ricopriva il mio stesso ruolo in un’altra band.. si deduce, anche lui è un simpaticone. Ci ha reso molto seri, è una sorta di commercialista della band.
MANUEL: Lorenzo è la mascotte del gruppo. È la parte ritmica del gruppo ed è inarrestabile quando parte, una macchinetta. Poi come persona è un farfallone amoroso, un Peter Pan, ha 34 anni ed è come se ne avesse 15.
LORENZO: Diego è un orsacchiotto coccoloso. È la persona che ha più ispirazione di noi, è quello che butta giù le canzoni. Ai concerti acquisisce l’immagine del frontman, parla più di tutti, fa lo show insomma. A livello emotivo è lo spirito della band: se in forma ispira tutti, se sta male, suoniamo una merda.

Chi ha ispirato il vostro suono, qual è stato il vostro percorso musicale?

THOMAS: Rock’n’roll anni ’50/’60, Beatles, Creedence Clearwater Revival. Con l’arrivo di Diego, influenza jazz, ci siamo mossi verso lo swing. Manuel invece suonava in una cover band dei Blues Brothers.
DIEGO: Live abbiamo unito le nostre esperienze facendo cover rock/swing.

Il vostro singolo Giorni, uscito l’estate scorsa, ha un suono pop e un testo introverso. A cosa è dovuta questa evoluzione dal rock con cui eravate partiti?

DIEGO: Siamo cresciuti e abbiamo sentito l’esigenza naturale di evolverci.
MANUEL: Nei testi le tematiche adesso sono i problemi dei trent’anni, questa consapevolezza ha incupito un po’ la nostra musica. Abbiamo adattato il nostro mondo sonoro alla vita reale.

In vista della partecipazione a Musicultura come vi sentite, com’è l’atmosfera?

THOMAS: Prima volta che ci buttiamo a capofitto in un concorso, forse un po’ anche per paura: ci siamo fatti le ossa nel mondo delle cover e in questo settore ci sentiamo ancora inesperti. È stato un fulmine a ciel sereno, non ce l’aspettavamo, è un sogno. Porteremo due pezzi, Giorni e Prima di partire, estratti dal nostro ultimo ep, Altra metà (2019).

Su che cosa puntate per fare colpo e superare le selezioni?

LORENZO: Dovremmo essere bravi a giocarci le carte del live su cui abbiamo esperienza. Abbiamo il dovere di dimostrare che sul palco ci sappiamo stare.

Tra i tanti musicisti della giuria chi vorreste impressionare?

DIEGO: Niccolò Fabi.
LORENZO: Roberto Vecchioni.
THOMAS: Willie Peyote, mi piace lo swing che ha.
MANUEL: Mi gioco tutto sulla presentatrice (ride ndr).

Che sensazioni vi dà essere l’unico gruppo a rappresentare le Marche?

THOMAS: Siamo felici per tutte le persone che ci seguono nella Marche.
MANUEL: Ci sentiamo fortunati a essere gli unici, è un caso particolare. Ho un po’ di ansia. Rappresentare la nostra regione crea pressione ma è anche motivo di grande orgoglio.

Quali sono i progetti per il futuro?

THOMAS: Siamo al lavoro su altri pezzi, probabilmente in estate ne faremo uscire altri. Magari tiriamo fuori un singolo o un ep, sicuro non aspettiamo per fare un disco completo.
DIEGO: Abbiamo esigenza di scrivere adesso. Ci sono tante cose in cantiere, i testi sono depressi ma sto cercando di migliorare, altrimenti vinciamo il premio psichiatria.

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