di FRANCESCA DE MARTINO
URBINO – C’è un grande senso di responsabilità, affetto per i propri cari e la voglia di mettersi alla prova, ma anche una grande maturità in questo momento d’emergenza, nella scelta di alcuni studenti del meridione di non tentare “la fuga verso Sud” dal Coronavirus. Sono rimasti a Urbino in cui studiano e lavorano. C’è anche chi, nonostante i propri affetti siano a Pesaro, a pochi chilometri di distanza, ha scelto di non mettere in pericolo la propria famiglia e rimanere nella propria stanza universitaria a studiare. E così le uscite con gli amici vengono sostituite volentieri da videochiamate e il tempo libero per coltivare le proprie passioni: la musica, il disegno, la lettura occupano le loro giornate. Non si sentono soli, ma sicuri: “Urbino è controllata – dicono i ragazzi – i cittadini rispettano le regole”. Quando escono di casa per andare a fare la spesa, per le strade ormai vuote, non incontrano più coetanei: in giro solo gente di mezza età e anziana del posto e tante forze dell’ordine.
Lo studio, la musica e gli hobby
“La sto vivendo bene, mi sto dedicando prima di tutto allo studio e alle lezioni online che trovo molto efficaci. Poi mi ritaglio del tempo anche per le mie passioni: suono la chitarra e canto”; racconta al Ducato Vincenzo, 24 anni, di Cefalù (Palermo), iscritto alla Magistrale di Biologia.
“I miei genitori sono abituati alla distanza e per questo sono tranquilli. Solo mia nonna è un po’ triste perché trascorrerò la Pasqua lontano da casa – continua – la quarantena a Urbino però non è così in ‘solitudine’, vivendo al collegio il ‘Colle’ con gli altri ragazzi mi sento in compagnia. In città c’è anche mia sorella, ma vive in un appartamento e per precauzione ad esempio preferiamo non incontrarci”.
Controlli e sorveglianza – Il presidente Ceriscioli: “State a casa”
Per Giulia, 25 enne di Siracusa, assegnista di ricerca al dipartimento di Scienze biomolecolari della “Carlo Bo” la sua routine giornaliera si è dovuta spostare dal fondamentale lavoro in laboratorio a casa: “Ora mi posso dedicare solo in minima parte al mio progetto di ricerca – spiega – leggo gli studi che ci sono in bibliografia dal mio pc e organizzo il futuro lavoro in Università. Gli ultimi giorni in laboratorio abbiamo lavorato in sicurezza con mascherine, guanti e a dovuta distanza tra colleghi”. “Per il resto della mia giornata mi dedico a me stessa. Non sarei mai tornata in Sicilia dai miei genitori, anche se ne avessi avuto la possibilità, per non metterli in pericolo. A Urbino mi sento sicura anche se è dura stare lontana dagli affetti”.
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Adriana, 20 anni, di Bari, studentessa del corso di Conservazione e Restauro dei beni culturali, sfrutta al massimo le sue giornate: “Non mi sembra vero avere così tanto tempo a disposizione – ci dice – e così oltre a studiare mi metto a suonare, leggere e disegnare. Arrivo a fine giornata soddisfatta di aver fatto così tante cose”. Anche lei riflette sulla decisione di non tornare: “Rimanere qui la trovo la scelta più giusta, è per il bene dei miei cari e degli altri. La mia famiglia non è angosciata, anzi è tranquilla perché sa che sto a casa e seguo le regole”.
“A Urbino mi sento sicura, tutti rispettano le regole ed è controllata di continuo dai militari che sono in piazza a vigilare. Scegliere di vivere questa esperienza ‘particolare’ qui è stata la decisione migliore e da cittadina responsabile. E poi mi sta fortificando”, sottolinea Sara, 22 anni, di Salerno, iscritta alla magistrale di Comunicazione e marketing. “L’unica cosa che mi preoccupa è mia madre, che in Campania fa la vigilessa, ed è sempre sovraesposta al pericolo di essere contagiata: lì la gente ancora non ha capito bene l’emergenza, esce di casa sfruttando ogni scusa consentita e questo mi rende ancora più in ansia per lei e il suo lavoro”.
“Meglio a Urbino che a Pesaro”
Francesco, 25 anni, studente di Economia, è di Pesaro ma ha scelto di rimanere Urbino data la grave situazione nella sua città: “Qui a Urbino sto bene, studio e seguo le lezioni online. Pesaro già sta gestendo a fatica quest’emergenza e rientrare non mi sembrava la scelta più intelligente. Mia madre insiste per farmi rimanere qui mentre mio padre vuole che io torni ma non lo farò finché la situazione non si sarà calmata”.