di NICCOLÒ SEVERINI e CHIARA UGOLINI
URBINO – Al Festival del giornalismo culturale 2020 (Fgcult) si discute di scienza e cultura e come il giornalismo li affronta e dovrebbe affrontarli. L’edizione di quest’anno ha preso il via a Urbino, nella sala del trono di Palazzo Ducale. Tema: ricerca, vaccini e disinformazione scientifica per individuare e tentare di correggere gli errori fatti negli ultimi mesi.
Il ruolo dei media
Ruolo fondamentale, quindi, quello esercitato dai comunicatori ufficiali: i giornalisti, concorda il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna. “In tempo di pandemia dobbiamo essere i medici che curano la democrazia dal virus delle notizie false – sottolinea – e il passaggio chiave è quello della cultura analogica a quella digitale”.
A raccontarlo sono anche i dati della ricerca “Come si informano gli italiani” dell’Osservatorio News Italia dell’Università di Urbino Carlo Bo. “Le fake news entrano fortemente nell’informazione degli italiani, che si sono informati per lo più attraverso televisione – sottolinea la professoressa e direttrice della Scuola di giornalismo Ifg Lella Mazzoli – tuttavia più di due terzi delle persone intervistate si dichiara soddisfatto dell’informazione scientifica ricevuta”. Gli italiani poi pensano di saper riconoscere le notizie false, “ma se fosse vero saremmo a posto. Abbiamo forti dubbi che le cose non stiano realmente cosi”, aggiunge la professoressa.
Anche l’altro direttore del Fgcult Giorgio Zanchini, conduttore radiofonico di Rai Radio 1, ha spiegato come le fonti primarie debbano essere “virologi, microbiologi e scienziati seri” e di come vadano verificate, perché il ruolo del (buon) giornalista è centrale più che mai in una situazione come questa. È il momento della coesione tra scienza e cultura anche per il presidente del Festival Piero Dorfles: “Ci sono sempre stati cattivi rapporti tra la cultura umanistica e quella scientifica. La pandemia ci ha fatto capire che devono cooperare”.
“La scienza sta mostrando con un sforzo impressionante la sua capacità, ma abbiamo ancora tanta fame della materia che può restituirci la normalità – sottolinea il nuovo presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che è intervenuto all’apertura della fiera alla Galleria nazionale delle Marche – la cultura, invece, è un elemento di approfondimento, di riconoscimento delle origini del nostro passato, in grado di proiettarci nel futuro e ricordarci l’importanza della politica e delle istituzioni”.
Un dualismo, quello tra le due materie della conoscenza, non sempre concordante però. “Molto spesso la scienza è stata messa da parte rispetto alla cultura, almeno fino all’emergenza sanitaria”, sottolinea lo scienziato Silvio Garattini durante la presentazione del proprio libro Il guerriero gentile. La mia vita, le mie battaglie, realizzato insieme alla giornalista Roberta Villa. Il Covid ci ha costretto a parlare di ricerca e virus. “Tutti però sono diventati improvvisamente virologi e non abbiamo fatto una bella figura”, aggiunge Garattini. L’umiltà, secondo lo scienziato, è la chiave dell’informazione. “Perché non dobbiamo insegnare niente – continua – ma dobbiamo condividere quello che sappiamo e anche quello che non sappiamo. A volte si deve avere il coraggio di dire: ‘Non lo so”.