di ENRICO MASCILLI MIGLIORINI E CECILIA ROSSI
PESARO, 9 MAG. – Mirco Carloni, vicepresidente della Regione Marche, afferma che “il cibo ideale è il cibo marchigiano”, in una conversazione su alimentazione ed agricoltura animata dalla professoressa Lella Mazzoli, questa mattina, al Centro arti visive Pescheria di Pesaro, nell’ambito della ‘Maratona del cibo ideale’ organizzata da Marco Pirozzi, per conto della Fondazione Pirozzi intitolata alla figlia Francesca.
La promozione dell’agricoltura marchigiana, secondo Carloni, che rispondeva a domande della professoressa Mazzoli, direttrice dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, e di giornalisti de Il Ducato, passa attraverso tre parole chiave: giovani, tradizione e cultura. La regione sta sperimentando nuovi modi di fare agricoltura con la formazione del nuovo bio-distretto, il più grande d’Europa, e con la creazione di una Food Valley.
Il bio-distretto coinvolge agricoltori dal Nord al Sud delle Marche, attraverso la valorizzazione dei prodotti locali e la creazione di etichette e marchi specifici, come un ‘marchio Marche’, sinonimo di qualità e rispetto della tradizione.
La cultura del biologico in regione è presente da sempre grazie ad agricoltori sapienti che hanno saputo difendere la biodiversità, ma nelle Marche mancano una maggiore spinta commerciale e una maggiore coesione. Lo storytelling è essenziale sul mercato internazionale: per questo, Carloni vuole favorire la creazione di agenzie di comunicazione marchigiane che possano promuovere ciò che offre la regione con campagne social mirate, al momento affidate ad agenzie esterne. Le risorse per migliorare la comunicazione sono presenti: ora è il momento di investire sui giovani marchigiani, che troppo spesso portano i propri talenti altrove.
In proposito, la professoressa Mazzoli ricorda che le Marche sono una regione ottima in cui studiare e formarsi – ci sono ben quattro atenei –. Il problema è la collocazione dopo la laurea.
Carloni sostiene che una maggiore diversificazione dovuta alla forte biodiversità non deve tradursi in frammentazione. Anzi: “La biodiversità ci unisce”. L’impegno politico legato al bio-distretto sta dunque nel mettere insieme gli agricoltori per creare condivisione.
La Food Valley è un progetto già presentato al ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli e mira a dare maggiore competitività alla produzione agro-alimentare marchigiana, tramite investimenti esteri. Il cibo biologico marchigiano è una risorsa innanzitutto per gli stessi marchigiani che possono avvalersi di quella che Carloni chiama “dieta adriatica”, che poggia su prodotti soprattutto vegetali unici, come la patata rossa di Sompiano o anche il prosciutto di Carpegna. Le produzioni tipiche marchigiane si basano su piccole aziende agricole che vendono al momento solo a ‘chilometro zero’. E’ necessario aprirsi ai mercati esteri, in particolare a quello asiatico, dove esiste un giro d’affari legato al cibo del lusso, con strumenti digitali.
Carloni ricorda, infine, che la Regione Marche intende pure intervenire nel campo della zootecnia, passando dall’utilizzo di antibiotici sugli animali d’allevamento alla produzione di vaccini che proteggano preventivamente il bestiame senza farlo ammalare, perché il benessere animale equivale a una buona salute di noi consumatori.