di ROSSELLA RAPPOCCIOLO
URBINO – “Dirò ai miei figli che per essere bravi sportivi e sentirsi felici nella vita non è necessario diventare dei campioni”. Questo è uno dei principi fondamentali che si legge sulla Carta dei doveri del genitore nello sport inciso sulle targhe affisse oggi, con una cerimonia, all’ingresso del PalaCarneroli e sulla facciata della Scuola di Scienze Motorie. “Al loro ritorno a casa non chiederò se abbiano vinto o perso ma se si sentano migliori, né chiederò quanti gol abbiano segnato o quanti record abbiano battuto, ma se si siano divertiti”. Perché è questo che lo sport deve avere come scopo primario. Ed è questo che viene ribadito anche sulla Carta dei diritti dei ragazzi allo sport, che affianca quella dei doveri sulle stesse targhe.
“Una bella occasione per ribadire i valori etici dello sport” ha commentato l’assessore allo sport e alle pari opportunità Marianna Vetri in occasione della scopertura delle due targhe donate dalle sezioni di Rimini e Pesaro del Panathlon International al Comune e all’Università di Urbino. “Come amministrazione e in stretta collaborazione con l’Università – ha detto – vogliamo portare avanti questi valori perché lo sport è il veicolo per lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato”.
“Il Panathlon International ha come scopo quello di promuovere e diffondere la cultura e l’etica sportiva” ha detto Angelo Spagnuolo, presidente della sezione di Pesaro dell’associazione. “Le targhe contengono i principi basilari dello sport che possono sembrare scontati ma che nella realtà non lo sono affatto e per questo è giusto tenerli sempre ben presenti”. Ha poi aggiunto il presidente dell’associazione di Rimini Gianluca Riguzzi: “Lo sport assume quella potenza educativa volta all’elevazione sociale dei ragazzi e perciò è fondamentale trasmettere anche i valori etici”.
All’iniziativa erano presenti anche il sindaco Maurizio Gambini e il rettore dell’Università Giorgio Calcagnini che ha commentato: “I valori dello sport insegnano ai ragazzi ad agire in modo solidale in una società dove spesso si dà invece molta enfasi al denaro. Non devono essere la ricerca della fama e della ricchezza a spingere allo sport. Anche per questo è importante ribadirne i diritti e i doveri, soprattutto quelli dei genitori che spesso enfatizzano l’aspetto del successo piuttosto che lo sport in sé”.