di MARIA ELENA MARSICO
URBINO – Le note di Beautiful that way, brano di Nicola Piovani tratto da La Vita è bella intonato da un’orchestra composta perlopiù da ragazzi, precedono il taglio del nastro rosso davanti all’ingresso della scuola primaria Paolo Volponi che riapre dopo due anni di lavori. Il sole illumina i palloncini, qualcuno scoppia per il calore. Davanti all’entrata dell’edificio appena ristrutturato ci sono dei cartelloni colorati. Si legge: “Benvenuti”. All’interno tutto è pronto per affrontare il terzo anno scolastico in pandemia: igienizzante, il termometro a infrarossi, le frecce che indicano l’entrata e quelle che indicano l’uscita, gli adesivi con su scritto “Resta qui. Mantieni la distanza di sicurezza”.
All’ingresso del cortile c’è un banchetto: è il checkpoint per il controllo del green pass. Gli ospiti devono esibirlo per poter partecipare alla cerimonia di riapertura. Tutto scorre tranquillamente, tra sorrisi e nessuna polemica. Sessant’anni di storia e due di chiusura. La scuola riparte – in presenza – il 15 settembre e 140 bambini del Volponi possono tornare a occupare quei banchi che avevano salutato prima della pandemia.
Il nuovo volto del Volponi
La preside dell’Istituto Comprensivo Volponi, Maria Lorena Farinelli, introduce la cerimonia d’apertura della scuola con una poesia di Gianni Rodari, Il primo giorno di scuola, che si conclude con “Scrivi parole diritte e chiare: Amore, lottare e lavorare”. Parole che diventano la chiave di questo nuovo inizio.
La struttura è stata oggetto di lavori massicci. “Hanno riguardato non solo le fondamenta, la ristrutturazione delle mura esterne e interne, ma anche gli infissi, la pavimentazione di tutte le aule e di tutti i bagni” dice al Ducato la dirigente. All’esterno adesso c’è un parcheggio, così che la congestione mattutina possa non essere un peso per la cittadinanza. “Per i bambini è stato creato anche uno spazio verde aggiuntivo, vista la necessità che abbiamo rilevato in quest’ultimo periodo di utilizzare l’esterno tanto quanto l’interno. Dentro sono state, poi, ricavate delle aree di gioco molto ampie. Si chiamano di “stempero tensivo” in modo tale che una volta che i bambini hanno fatto lezione in aula, a turno, possano girare all’interno della scuola e stare all’aperto con il distanziamento dovuto” dice Farinelli aggiungendo, poi, che le misure antisismiche sono state realizzate ad hoc e ci sono tutti gli elementi necessari.
“Abbiamo lottato per la scuola in questo ultimo periodo pandemico – dice la preside presentando il nuovo volto della primaria Volponi – una lotta che si è fatta insieme. La scuola è vita e bisogna lottare per questo”. E aggiunge che “È l’elemento fondamentale che porta a diventare cittadini. Da qui inizia il percorso verso la cittadinanza attiva”.
Il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, dice, poi, che anche la sede di via Oddi deve essere rifatta. “Ci saranno ancora disagi, purtroppo, necessari. Perché non possiamo mandare i nostri figli e le nuove generazioni in plessi che hanno dei rischi”. Al Ducato Gambini dice che l’edificio ha subito due interventi, “Prima la messa in sicurezza, già cinque, sei anni fa. Adesso la definitiva ristrutturazione e consolidamento che ha fatto diventare questa scuola nuova, sia dal punto di vista sismico e sia dal punto di vista termico” aggiunge poi sono state aggiunte delle risorse in corso d’opera che non erano nel progetto iniziale. “Quando c’è stato bisogno di aggiungere 100 mila euro in più non c’è stata esitazione. Le scuole devono essere sicure, adeguate per chi ci lavora, per gli insegnanti e soprattutto per i bambini”.