di GUGLIELMO MARIA VESPIGNANI
URBINO – Sono arrivate questa mattina, durante l’udienza al Tribunale di Urbino, le richieste di condanna per due dei quattro imputati nel processo per il caso di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile a Pietrarubbia. Il Pm Ruggero Dicuonzo ha chiesto al collegio, presieduto dal dottor Massimo Dipatria, sei anni per Hristova Vassileva (5 + 1 per la continuazione del reato) e sei anni per Maria Cristea, madre delle due ragazze, di 14 e 16 anni di età all’epoca dei fatti, secondo l’accusa, indotte a offrire prestazioni sessuali in cambio di denaro. Chiesta l’assoluzione di Umberto Mercatelli e Jerome Otunze per insufficienza di prove, accusati di essere due dei clienti.
I fatti risalgono al periodo tra agosto e novembre del 2015, le due ragazze sarebbero state indotte a prostituirsi con cinque uomini (quattro dei quali hanno tra i 70 e i 90 anni) in cambio di denaro, ricariche telefoniche e piccoli regali, per almeno tre mesi, da agosto fino a novembre 2015. Tutti finiti a processo in diversi procedimenti.
L’udienza si è aperta con la richiesta di Cristea di rendere dichiarazioni spontanee. Davanti al collegio ha dichiarato che sia lei che il marito – tuttora in attesa di udienza preliminare – erano completamente estranea ai fatti. Subito dopo è seguita la requisitoria del Pubblico ministero, per il quale non vi sarebbero dubbi sul coinvolgimento delle due imputate per cui sono state richieste le condanne.
Secondo il dottor Dicuonzo, già dalle intercettazioni telefoniche appariva chiaro che la madre delle due ragazze non solo sapeva “dell’attività di meretricio” delle due minorenni, ma che ne traeva anche vantaggio. Il Pm inoltre ha sottolineato come le indagini e il dibattimento abbiano svelato la condizione di abbandono e disagio che le due ragazze vivevano nel loro ambiente familiare, tanto che alla madre viene contestato anche il delitto di maltrattamenti familiari.
La richiesta di condanna a Vassileva Hristova è stata invece motivata dalle dichiarazioni delle due ragazze in sede di incidente probatorio: secondo quanto sarebbe emerso in quella sede infatti, Hristova faceva da tramite tra le minori e i soggetti che usufruivano delle loro prestazioni sessuali a pagamento. Per gli altri due imputati, Umberto Mercatelli e Jerome Otunze, il Pm ha invece richiesto l’assoluzione per insufficienza di prove, in quanto non ci sarebbero elementi sufficienti per dimostrare il loro coinvolgimento.
Di diverso avviso gli avvocati difensori di tutti e quattro gli imputati: per l’avvocato Carlo Scalpelli, che ha richiesto l’assoluzione della mamma delle due ragazze, il verbale dell’incidente probatorio scagionerebbe entrambi i genitori, perché le ragazze in quella sede avevano detto che se (i genitori ndr) avessero saputo quello che stavano facendo si sarebbero arrabbiati. L’elemento dell’abbandono inoltre non sussisterebbe, in quanto la madre faceva la badante giorno e notte proprio per evitare che le due ragazze, portate via anni prima da una situazione difficile in Romania, avessero delle difficoltà economiche.
L’avvocatessa Elena Martini, difensore di Otunze e della Hristova, ha chiesto l’assoluzione con formula piena (non ritenendo corretta l’insufficienza di prove) per il primo, in quanto estraneo ai fatti. Mentre per la Hristova ha chiesto l’assoluzione per incapacità di intendere e di volere. Secondo la difesa infatti, il collegio non avrebbe tenuto conto del deficit cognitivo-borderline attestato da verbale Inps, per via del quale è stata presentata una richiesta di perizia sulla capacità di intendere e di volere della Hristova, respinta dalla corte. Anche da parte dell’avvocato Guido Ubaldini è giunta la richiesta di assoluzione con formula piena per Umberto Mercatelli, in quanto dal dibattimento emergerebbe la sua completa estraneità dai fatti.
Al termine dell’udienza, la decisione del collegio è stata rinviata alle 11.30 del 17 novembre 2021.