di GUGLIELMO MARIA VESPIGNANI
URBINO – Si è celebrata oggi al Tribunale di Urbino l’udienza del processo a carico di due coniugi, Roberto Albertini e Maryana Shtefuryak, accusati di aver venduto un’auto – intestata alla ditta della donna (Lias) – che era sottoposta a sequestro preventivo del Gip. E di averne subito dopo denunciato il furto.
I fatti risalgono al 2015. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Albertini e l’acquirente dell’automobile, D.C., che oggi ha testimoniato in tribunale, si incontrano in un bar di San Leo, in provincia di Pesaro e Urbino, dove l’imputato – tuttora in carcere per altri reati – propone l’affare senza specificare che l’auto è ferma in custodia (sotto sequestro) nel capannone dell’Albertini. L’acquirente accetta e nell’incontro successivo, avvenuto a fine settembre, paga 6.000 euro in contanti l’autovettura, provvista di tutta la documentazione ma senza passaggio di proprietà.
Subito dopo la usa per andare in Spagna senza sapere che i coniugi, nel frattempo, ne hanno denunciato il furto. E proprio per questo viene fermato dalla polizia spagnola. Le dichiarazioni rese ai Carabinieri di Tavoleto, una volta rientrato in Italia, portano alla luce la vendita illecita da parte di Albertini e Shtefuryak. Che ora devono rispondere di cessione di beni sotto sequestro e simulazione di reato.
Durante l’udienza odierna sono stati ascoltati anche due testi della difesa, due uomini che conoscevano Albertini e che hanno dichiarato che l’imputato aveva detto loro di non poter vendere l’auto proprio in quanto sottoposta a sequestro.
Nella prossima udienza del processo, prevista per il primo febbraio 2022 alle 14.30, si svolgerà l’esame degli imputati.