URBINO, 22 SET.- Si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati il processo sulle 40 tonnellate di rifiuti tossici interrati dopo il nevone del 2012. Le accuse per i 13 imputati erano falso ideologico, abuso d’ufficio e tentato delitto.
Alcuni di questi capi d’accusa sono caduti in prescrizione, altri – secondo il verdetto – non costituiscono reato o non sussistono. Così ha deciso il collegio composto dal presidente del Tribunale Massimo Di Patria, il giudice Francesca D’Orazio e il giudice onorario Alessandra Conti.
Assolto anche il presunto dominus dell’operazione, Giovanni Cappuccini, ex dirigente Asur Area Vasta 1, che avrebbe fatto interrare senza bonifica oltre 40 tonnellate di eternit e altri rifiuti, tra i quali anche amianto, sotto un parcheggio aziendale nei pressi della Galvanina S.p.a., ad Apecchio.
Per lui, il pm Irene Lilliu aveva chiesto, nell’ultima udienza, il 7 luglio, un anno di carcere per sottrazione dolosa di documentazione amministrativa. Secondo l’accusa, Cappuccini s’era impadronito di atti della Galvanina S.p.a., allora di proprietà di Rino Mini, per poi passarli a un avvocato, sottraendoli così alle indagini.
Il collegio del Tribunale di Urbino ha stabilito che Cappuccini prese sì quei documenti, ma che ciò non constituisce reato.
L’avvocato difensore Donatella de Castro, raggiunta dal Ducato, si dice soddisfatta dell’esito del processo. Il suo assistito Eugenio Carlotti era accusato di falso ideologico ed è stato assolto per la totale estraneità ai fatti. Stessa sentenza per l’altro accusato di falso ideologico, Marco Moreno Mattioli. I due si erano prestati alle indagini con dichiarazioni molto aperte durante l’istruttoria dibattimentale.
Sebbene si sia giunti all’assoluzione per la caduta in prescrizione dei reati, grazie al processo il sito è stato bonificato. La Galvanina ha dovuto farlo per ottenere di nuovo l’agibilità del luogo, dopo il sequestro avvenuto durante le indagini dei carabinieri e della procura della Repubblica.
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