di REDAZIONE
URBINO – La seconda giornata del Festival di giornalismo culturale ha incontrato le parole dei social, dell’architettura e delle pagine culturali, arrivando all’incontro tra linguisti e giornalisti. Le interviste del Ducato ad alcuni dei protagonisti dei panel:
Francesco Erbani, per molti anni giornalista di Repubblica, si occupa di inchieste sul degrado urbanistico e ambientale in Italia. Ha parlato della valorizzazione del territorio di Urbino: “Palazzo Ducale è un patrimonio inestimabile per Urbino ed è importante che sia aperto alla città e al territorio”.
Di Dante Alighieri, e di come le parole dell’architettura siano cambiate grazie alla Divina Commedia, ha parlato Luca Molinari, architetto e professore, che ha preso parte all’allestimento della mostra Danteum che si terrà a Palazzo Ducale.
Marco Pratellesi, giornalista e condirettore di Agi (Agenzia Giornalistica Italiana), ha parlato di umanesimo tecnologico, dell’opportunità rappresentata dall’uso dei social per fare informazione, e di come mantenere un’etica giornalista anche quando il mezzo cambia.
Giorgio Zanchini, giornalista di radio Rai, ha parlato della frammentarietà della parola e dei social che hanno creato una frattura nel giornalismo, e anche dell’andamento del festival del giornalismo culturale “Meglio dell’anno scorso, più gente, più partecipazione”.
Del rapporto degli italiani con la lettura e della rivoluzione tecnologica che non ha funzionato molto bene con il libro ha parlato l’agente letterario Marco Vigevani.”È vero che la fruizione della lettura è individuale però è anche vero che ci si può scambiare tra solitudini delle esperienze” ha detto sulla possibilità del libro di essere “social”.
Piero Dorfles, giornalista e scrittore, ha fatto uno dei primi bilanci del Festival. “I giovani che hanno partecipato hanno dati tanti spunti positivi e interessanti. La lectio magistralis di Stefania Auci é stata un viaggio nella letteratura e nella storia siciliana” ha detto.