Diario dall’Ucraina, 7 marzo Tanya e Viktor: “A Kiev la sirena suona ogni ora, domani ce ne andiamo”

Viktor e Tanya, due amici della giornalista ucraina Iryna Guley rimasti a Kiev
TANYA ALFEROVA e VIKTOR ALFEROV
testo raccolto e tradotto da Alice Tombesi e Sara Spimpolo

URBINO – La giornalista ucraina Iryna Guley, che tiene per noi un diario quotidiano della guerra, oggi ci ha messo in contatto con una sua collega del canale televisivo 1+1. Tanya Alferova si trova a Kiev assieme al marito, Viktor Alferov, dall’inizio della guerra, ma domani si sposteranno verso un luogo più sicuro. La loro richiesta più accorata è la richiesta che tutti gli ucraini fanno da giorni: “Chiudete i cieli”.

7 marzo. Tanya: Sono a Kiev assieme a mio marito, Viktor, dall’inizio della guerra. Nei primi giorni siamo stati nei sotterranei, spostandoci in diversi posti. Poi però abbiamo deciso di tornare a casa nostra, dove abbiamo luce, riscaldamento, gas. Dove possiamo lavarci e cucinare. La situazione nei rifugi sotterranei è troppo pesante psicologicamente perché si possa restare lì a lungo. Io continuo a lavorare per il canale tv 1+1, mentre mio marito è un ingegnere del suono. 

Viktor: Al momento è impossibile uscire dal paese, ma domani ci muoveremo in un’altra città nel centro dell’Ucraina, come ha fatto anche la mia famiglia nei giorni scorsi. Restare a Kiev è troppo pericoloso. Dobbiamo approfittare della possibilità di muoverci adesso, perché non sappiamo cosa accadrà domani. Anche se non ci sono attacchi nel centro, le bombe che colpiscono le città attorno alla capitale ci arrivano troppo vicine. La sirena d’allarme suona ogni ora, e almeno tre volte a notte. Nessuno della mia famiglia si è unito all’esercito perché io non possiedo addestramento militare, e mio padre è troppo vecchio. Però cerchiamo in ogni modo di aiutare i nostri amici sparsi per tutto il paese: ho conoscenti a Irpin, a Donetsk, a Lugansk. È una situazione molto difficile.

Tanya: Non mi aspettavo la guerra, non credevo sarebbe arrivata. Ho realizzato che era arrivata il primo giorno dei bombardamenti, quando ho visto che le persone scappavano via, e ho sentito le esplosioni vicino alla casa. Stavo dormendo, erano le sei del mattino. Prima che capissimo cosa fare, che realizzassimo quale era la situazione, sono passate almeno tre o quattro ore. Poi siamo andati a prendere la famiglia di Viktor.

Viktor: La situazione è terribile qui. I russi sono sanguinari, aggressivi. Le famiglie stanno morendo. I bambini stanno morendo. Dovete chiudere i cieli. Abbiamo bisogno che voi diciate a tutti in Europa di chiudere i cieli ora.

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