di DAVIDE FANTOZZI
URBINO – Una quattro corsie per collegare l’Adriatico al Tirreno e 400 milioni di euro per la seconda canna della Galleria della Guinza. Sono i due “traguardi storici” sulla E78 Fano-Grosseto che si è posta la Regione Marche: “Abbattiamo un muro tra due realtà”, ha detto il presidente, Francesco Acquaroli, durante la conferenza di presentazione del piano.
La luce in fondo alla Galleria
La Guinza, per il presidente di Fratelli d’Italia, è “un punto nevralgico per l’opera complessiva”. La riapertura della prima canna e l’ok alla seconda rappresentano un’importante svolta “dal punto di vista commerciale, turistico e in termini di servizi per le realtà interne”. In questo contesto, il Montefeltro punta a “diventare valore e attrazione”.
Acquaroli definisce quanto raggiunto “un traguardo straordinario, storico”, che però non esime da un monitoraggio costante. “Per passare dai documenti al cantiere occorrerà qualche anno, ma i tempi di lavoro ora sono dimezzati”, evidenzia il presidente di regione, comunque soddisfatto di quanto fatto in un anno e mezzo. “Il nostro lavoro – prosegue – ha portato a un risultato per niente scontato e non affatto semplice”. Questo perché, dopo oltre 30 anni dall’inizio dei lavori, progressi e sviluppi sull’opera assumono i tratti di una “liberazione”. “Recuperare un’incompiuta significa ridare dignità agli sforzi fatti”, afferma Acquaroli. Col completamento della Guinza, “la luce che si vede dall’altra parte è quella dell’Umbria. Come quando cade un muro”.
400 milioni
La seconda canna della Galleria della Guinza “costerà intorno ai 400 milioni di euro”. Lo dice l’assessore regionale alle Infrastrutture, Francesco Baldelli, contento della “svolta storica” data dal via libera “ottenuto per la progettazione e la realizzazione della canna, di grande ostacolo al collegamento”.
Baldelli spiega nel dettaglio come si è arrivati all’approvazione dell’itinerario a quattro corsie. “Era insostenibile prevedere un collegamento di rilevanza europea – dice – con una galleria a un senso direzionale e un percorso a tratti a due corsie che utilizza il tracciato esistente”.
Lo studio e le polemiche
La richiesta di rielaborazione del progetto nel tratto marchigiano è stata affiancata da uno studio sul traffico giornaliero commissionato dalla Regione alla società Isfort (Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti). I dati, citati dall’assessore di Fratelli d’Italia, segnalano “un traffico giornaliero sulla Fano-Grosseto di 26.500 mezzi tra camion pendolari e occasionali, anziché i 6.000 rilevati dallo studio Anas precedente”. Lo sviluppo della E78, sottolinea Baldelli, sarà “all’insegna della sostenibilità ambientale”: gli automobilisti percorreranno “115 chilometri in meno all’anno, il che riduce le emissioni di anidride carbonica”. Il termine per sbloccare i cantieri della Galleria è fissato all’8 maggio, data della conferenza decisoria sul progetto definitivo della canna esistente. Le amministrazioni coinvolte “dovranno rilasciare il proprio parere, poi si cantiererà la prima canna. Parallelamente si progetteranno la seconda e il raddoppio delle corsie, da due a quattro”. Il completamento dell’opera richiede ancora diverse decine di chilometri.
“È la prova che quando si fa squadra si vince”, dice l’assessore. Che lancia una frecciatina verso “i parlamentari che si svegliano tardi e poi scrivono su Facebook che facciamo solo quello che dobbiamo su un progetto però fermo da 30 anni”. Il bersaglio, o almeno uno di questi, sembra essere Alessia Morani, deputata del Partito Democratico. In un post condiviso su Facebook, Morani ha criticato il carattere di “svolta” sui progressi della Fano-Grosseto, definendo “surreale” la “propaganda” di Baldelli.
Ancora qualche anno
A chiudere la conferenza è l’architetto Nardo Goffi, che spiega l’iter dei lavori: “Alla Guinza abbiamo una canna realizzata di sei chilometri, il progetto definitivo è stato trasmesso al Ministero dell’ambiente – spiega – Una volta approvato, si passerà all’esecutivo e si farà la gara”. Per la seconda parte, al momento è stata finanziata la progettazione, “così sarà inserita subito nel contratto di programma e saranno ridotti i tempi dei lavori”. Ci vorranno ancora alcuni anni per vedere la fine dell’incompiuta. I costi esatti “verranno fuori dai progetti definitivi”, conclude l’architetto.