di MARIA ELENA MARSICO
URBINO – Attribuire automaticamente il cognome del padre al bambino appena nato è diventato illegittimo. È di ieri, 27 aprile, la sentenza della Corte Costituzionale che segna una svolta nelle vite degli italiani. Il figlio, infatti, potrà assumere il cognome di entrambi i genitori nell’ordine desiderato e, quindi, da loro concordato. La coppia potrà anche scegliere di attribuire soltanto uno dei due cognomi. In assenza di un accordo sarà il giudice a decidere in base a quanto disposto dall’ordinamento giuridico.
Il principio sarà applicato a tutti i nati all’interno del matrimonio, fuori e a quelli adottivi ma non è ancora applicabile. E non lo sarà fino a quando il Parlamento non avrà adeguato la normativa nazionale alla giurisprudenza della Corte Costituzionale. Dovranno, quindi, cominciare lavori parlamentari per adattare leggi e regolamenti. “I cognomi di tutti e due i genitori si possono attribuire ai figli già da alcuni anni. Al momento però continuiamo ad anteporre quello paterno a quello materno – se viene richiesto di metterli entrambi – perché non ci è arrivata ancora alcuna circolare dal ministero dell’Interno”, ha spiegato al Ducato Chiara Ragaini, responsabile dello Stato civile dell’ufficio anagrafe di Urbino. Secondo una sentenza della Corte del 2016, infatti, i genitori avrebbero potuto comunque aggiungere anche il cognome materno al neonato, ma soltanto dopo quello paterno che, con la nuova decisione, non è più automaticamente il primo in ordine.
Le motivazioni della pronuncia della Consulta devono essere ancora depositate, ma la Corte ha già dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che prevedono l’attribuzione automatica del cognome paterno perché in contrasto con gli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
