di GUGLIELMO MARIA VESPIGNANI
URBINO – Un disco d’argento e un salto di bronzo. Gabriele Rossi Sabatini, 24 anni, studente bergamasco laureando in Scienze motorie, e Anna Costella, vent’anni a ottobre, friulana al primo anno di Scienze della nutrizione, sono i due studenti dell’Università di Urbino che hanno portato a casa un posto sul podio dell’atletica ai Campionati Nazionali Universitari (Cnu) 2022. Due ragazzi che, con due prestazioni straordinarie, entrano nella storia dell’Ateneo, assieme ad una squadra di atletica che ha portato alla manifestazione di sport universitario più importante dell’anno tanto impegno ed entusiasmo. Il Cus Urbino però lamenta scarsa attenzione e supporto da parte dell’Università per i propri atleti.
Una gara caotica
Possiamo dirlo: l’argento di Gabriele non è una sorpresa. Il primo posto nel lancio del disco ai Cnu del 2019, l’ultima edizione pre-pandemica dei campionati, portava il classe 1998 a gareggiare a Cassino con un curriculum di tutto rispetto. Ma i tre lanci delle qualificazioni non sono stati semplici: “I primi due tentativi, nei quali ho tentato di spingere parecchio, sono finiti sulla rete, e quindi sono risultati nulli. Con un errore al terzo lancio sarei stato automaticamente escluso dagli otto che accedevano alla finale. Perciò sono andato sul sicuro, piazzando il disco a 41 metri”. Un lancio che ha significato il sesto posto nelle qualificazioni, e dopo il quale Gabriele ha potuto far vedere di che pasta è fatto: “Nonostante i due errori iniziali, in finale ho rialzato la testa: il secondo tentativo, quello che mi ha portato alla medaglia d’argento: 50,48 metri. Non abbastanza per l’oro, ma passare da sesto a secondo è stata una bella reazione d’orgoglio, oltre che una grande soddisfazione”.
La gioia della prima volta
Discorso diverso per Anna, che essendo al primo anno di università arrivava a Cassino da assoluta matricola, anche se non senza risultati nel palmares, dato il bronzo ai Campionati Nazionali indoor Under 18 ottenuto nel 2019, a soli 17 anni, quando frequentava il Liceo Scientifico a Pordenone. E il suo grande talento si è fatto vedere anche a Cassino: “Per qualificarsi alla finalissima serviva un salto da 5 metri e 65, e io ho fatto 5 e 98” racconta. Un salto di lunghezza ragguardevole, e paradossalmente migliore di quello che, poi, è valso l’oro alla vincitrice. “La ragazza che ha ottenuto il primo posto in finale ha saltato 5,82. Io mi sono fermata a 5,78, meno di quanto ho fatto nelle qualificazioni, ma abbastanza per arrivare sul podio”. Nonostante l’oro sfumato per quattro centimetri, e l’argento per appena due, Anna non rimpiange niente: “Sono felicissima di aver partecipato a questa competizione e del risultato ottenuto, non avrei davvero potuto chiedere di meglio”.
Partiti come individui, tornati come squadra
Due gioielli sportivi che sono però solo la punta dell’iceberg di una spedizione che è significata molto di più delle due medaglie ottenute. A confermarlo è il responsabile dei Campionati Nazionali Universitari per il Cus Urbino, Marco Becilli: “Partecipare e stare insieme è stata la parte più bella di tutta questa esperienza. Direi che la parola chiave di questi Cnu è stata fratellanza: siamo partiti come individui e siamo tornati come squadra”. Un sentimento che non appartiene solo al team di atletica, ma anche a quella di calcio, arrivata ad un soffio dal podio nazionale, perso ai calci di rigore nella finale per il terzo posto contro il Cus Cagliari. “Certamente questi risultati – continua Becilli – non sono arrivati da soli: il lavoro del coach di atletica e docente di Scienze Motorie Marco Gervasi, figura di alta professionalità che segue personalmente alcuni di coloro che sono scesi a Cassino durante l’anno, è stato fondamentale. E mi sento inoltre di ringraziare il presidente del Cus Urbino Gianluca Antonelli, senza il quale non potremmo fare nulla di tutto questo”.
Non tutto luccica
Ma lo sport nelle piccole realtà universitarie – in particolare quando non si parla di calcio – ha un sacco di problemi. E purtroppo la conferma arriva proprio dal fresco vincitore della medaglia d’argento: “Allenarsi a Urbino è stato praticamente impossibile – racconta Gabriele – perché durante il periodo in cui ero in città per gli esami (tra marzo e aprile) mi sarei dovuto esercitare col lancio del disco allo Stadio Montefeltro. Mi è stato ripetutamente impedito, con la motivazione ‘tecnica’ che il disco avrebbe potuto rovinare il manto erboso del terreno di gioco del calcio. Questo nonostante il primo posto ai Cnu del 2019, e nonostante gli sforzi dell’ insegnante di atletica e allenatrice, Gabriella Tresolino, per fare degli allenamenti supervisionati”.
Dal Cus sottoscrivono. Becilli afferma che “la mancanza di strutture sportive è un punto debole per tutta la città, ne abbiamo poche e quelle poche che ci sono devono essere centellinate. Su questo – continua – credo che il Comune si stia muovendo per cercare di mettere in atto un rinnovamento al Montefeltro. Speriamo che non siano solo voci e che ci sia qualcosa di concreto”. E Becilli chiama in causa anche l’Università: “Vorrei che ci fosse più sensibilità da parte dell’UniUrb verso un ente come il Cus Urbino, che dovrebbe essere un vero e proprio punto di riferimento nonché un valore aggiunto per l’Ateneo, e invece è proposto spesso come attività unicamente collaterale allo studio. L’Università dovrebbe creare una sinergia, un filo conduttore tra sport e istruzione, in modo da consentire agli studenti di formare a pieno non solo la mente, ma anche il corpo, durante gli anni migliori della loro vita”.