Abdo e Raed, dall’Egitto a Urbino via Lampedusa. Ragazzi “difficili” che ce l’hanno fatta

A sinistra Raed Abdalla manager e chef di sushi. A destra Abdo Awadalla pizzaiolo a La Stazione di Urbino
di ROBERTA ROTELLI

URBINO – “Io speriamo che me la cavo”- diceva l’alunno del maestro Marcello D’Orta in uno dei temi del libro che ha fatto il giro del mondo (fino a diventare un modo di dire). Un modo geniale e ironico per far luce – già negli anni ’90 – sulla piaga della dispersione scolastica. Secondo un report dell’Eurostat del 2020 la percentuale di studenti compresi tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato gli studi senza concludere la scuola superiore è del del 13, 1%, la  maggior parte sono maschi, stranieri, residenti nel sud Italia. Storie come quelle di Abdo e Raed, egiziani arrivati in Italia con un barcone, che ora hanno fatto strada come chef, grazie a un istituto di Urbino che gli ha insegnato un mestiere.

La nascita dell’Istituto Enaip Zavatta

Don Ezio, ex parroco di Trasanni, nel 2017 sognava di trasformare l’Istituto mariano Il Pellicano in un centro di formazione per  i ragazzi “difficili” che volevano abbandonare la scuola e rischiavano di perdersi per  strada. Nasce la sede locale dell’istituto privato professionale Enaip Zavatta (nato a Rimini nel 1959), una scuola privata paritaria con vari indirizzi: ristorazione, elettrico e vendite. “I nostri studenti sono quelli che hanno litigato con la scuola pubblica – dice la referente Annarita Bonaventura – il nostro obiettivo è quello di rimettere in pista i ragazzi, dar loro fiducia e soprattutto farli uscire da questa scuola con un mestiere in mano e magari un contratto di lavoro”.

L’istituto Enaip Zavatta è finanziato dal Fse, Fondo sociale europeo, ed è l’unico della zona che garantisce una formazione professionale gratuita, incentrata su esperienze pratiche.  Rispetto agli istituti alberghieri o professionali pubblici, gli studenti qui svolgono dalle 12 alle 15 ore di laboratorio a settimana e possono recuperare gli anni scolastici persi facendo due anni in uno. Al termine del triennio conseguono un diploma triennale di qualifica e possono scegliere se continuare a studiare per un altro anno, tornare alla scuola pubblica per ottenere il diploma di maturità oppure andare a lavorare.

Dall’Egitto a Urbino con il sogno dell’Italia: le storie di Abdo e Raed

Abdo Awadalla pizzaiolo La Stazione

Vent’anni, sguardo dimesso, poche parole e grinta da vendere. Abdo Awadalla, è un ragazzo egiziano passato per le aule dell’istituto. E’ arrivato in Italia insieme a suo fratello, a bordo di un barcone che trasportava altri 300 profughi. “La mia famiglia ha pagato 25000 ghinee, circa 2000 euro, per farmi salire su quella barca. Siamo stati 7 giorni senza cibo nè acqua prima di approdare a Lampedusa. Io sapevo che quel viaggio era pericoloso, ma ho voluto rischiare perché vivere qui è sempre stato il mio sogno”.

Abdo racconta di essere scappato prima a Roma poi ad Arezzo e infine a Urbino dove è stato accolto dalla comunità “La Villetta”. A 15 anni odiava la scuola e ha iniziato a frequentare l’istituto En.A.I.P. senza troppo aspettative ma con una certezza: voleva lavorare. Durante lo stage al terzo anno è capitato al ristorante La Stazione di Urbino e lì è successo qualcosa di magico. “Mi trovavo così bene al lavoro che mi piaceva sperimentare. A scuola mi ero appassionato di cucina e quando qui al ristorante ho avuto occasione di fare la pizza ho scoperto che quello era il mio mondo. Facevo tante prove con gli impasti per migliorare “.  Durante lo stage è arrivato per lui il contratto di apprendistato e dopo 3 anni oggi Abdo è il pizzaiolo ufficiale del ristorante  con un contratto a tempo indeterminato. “Sogno di aprire un’attività mia un giorno. A Urbino ho trovato casa, amici e lavoro ma vorrei portare nel mio paese tutto quello che ho imparato qui”.

Raed Abdalla Chef Marea-Fano

Raed Abdalla aveva 15 anni nel 2016 quando lascò la famiglia nel borgo di El Menia, nel sud dell’Egitto, con destinazione Italia. ” Mi avevano detto che avrei fatto una crociera verso un posto meraviglioso. Eravamo più di 400 sul gommone. Durante il viaggio vivevamo circondati da vomito e escrementi. Avevamo diritto a mezzo bicchiere d’acqua al giorno e un panino.  Una volta respinti da Grecia e Spagna, dopo più di due settimane di viaggio siamo arrivati a Lampedusa”.

Alcuni connazionali lo avevano avvisato che in Sicilia non avrebbe mai ottenuto i documenti, così Raed è scappato prima a Roma poi è arrivato a Urbino, un posto che lui non sapeva nemmeno che esistesse. “Il prof Emanuele Barzotti dell’Istituto Il pellicano mi aveva convinto a prendere almeno il diploma di terza media. Nel frattempo avevo cominciato a fare dei catering. Lì ho capito che la cucina era la mia passione”. Negli anni sono arrivate  le chiamate da vari ristoranti,  tra cui il Sushiya e il Marea sushilab di Fano nel quale ha lavorato come capo cucina.

A diciotto anni Raed è uscito dalla comunità e ha preso la patente. Oggi vive a Fano, fa il consulente nel settore ristorazione e gestisce le nuove aperture dei ristoranti che si affidano alla sua esperienza per aprire dei locali, come Crudogeno a Silvi Marina d’Abruzzo. Da Chef a Manager, il passaggio per lui è stato breve.  L’anno scorso con la sua scuola ha vinto la competizione Combiguru Challenge, un concorso tra tutti gli istituti alberghieri d’Italia . “Quando hanno pronunciato il mio nome ho sentito una sensazione unica, un misto tra gioia e gratitudine. Gioia per il mio successo e gratitudine per la scuola che mi aveva accolto e mi aveva fatto sentire a “casa”. Ho vinto un forno da 5000 euro e l’ho dato a loro”. Raed dice di essere “innamorato di questo paese” e di non sentirsi uno straniero qui. ” Se dovessi ritornare indietro rifarei tutto. Un giorno prenderò la cittadinanza italiana e porterò  la mia famiglia nelle Marche”.

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